25 APRILE: IL PATRIARCA SENZA GONFALONE E GLI INDIPENDENTISTI SENZA SANTO
di Millo Bozzolan
ALLA PRIMA PUBBLICAZIONE DELL’ARTICOLO MI è STATO obiettato che il gonfalone marciano, in basilica, c’era. Ma io insisto: la sua è una presenza vuota di significato,poiché la chiesa cattolica d’oggi, nega l’esistenza di una vera chiesa veneta, nega anche l’esistenza di un popolo veneto, e ci impedisce l’ingresso nelle chiese, di una bara coperta dal nostro vessillo marciano, se uno di noi muore.
(come era la canzone.. che confusione… quella che ci fa sposare il modello di uno stato giacobino, lo stesso modello imposto dai francesi che abbatterono la repubblica marciana)
Il 25 aprile, festa del Santo e festa della nazione dei Veneti (in senso ampio, come un tempo) pare che il Patriarca abbia fatto officiare la messa in Basilica (che, ricordiamolo, era in realtà la ‘cappella’ del Doge) senza quasi la presenza di un gonfalone marciano, tranne quello del comune, credo. Un amico di Belluno ha assistito all’officio, e questo mi ha riferito. La cosa è del tutto inspiegabile, e fa da pendant a ‘la festa laica’ invocata da qualche indipendentista (magari a capo di questo o quel gruppetto, intervistato in piazza poche ore dopo da qualche cronista. Per cui il Patriarca è senza bandiera e i veneti moderni senza Santo protettore.
Se vogliamo riallacciarci alle nostre radici (processo faticoso e pieno di ostacoli dove si rischia ogni momento di scavare con la vanga sbagliata, alla ricerca delle medesime) dobbiamo ribadire con forza la natura cristiana della repubblica marciana, senza per questo finire tra i mullah in stile talebano. Paolo Sarpi era veneziano… non dimentichiamolo mai. Chiesa e stato collaborano ognuno nei suoi campi, per curare il benessere spirituale e materiale del cittadino (come oggi si ama definire i sudditi di un tempo).
Ora il movimento indipendentista veneto, dovrebbe ribadire chiaramente che uno stato veneto sarà tale solo se si ispirerà “alla CARITA’, AMORE E PIETA’ ” nel governare i suoi cittadini. Sono virtù cristiane queste, che sono alla base del Vangelo, e credo vadano bene, possano andar bene anche ai tempi d’oggi. Uno stato che si regge su quei princìpi è l’antitesi perfetta dell stato moloch che schiaccia i cittadini come è oggi quello italiota, ma è anche l’antitesi del non-stato libertarian che certi vorrebbero, dove si sarebbe in balia solo delle cosiddette ‘leggi del mercato’.
Rimetto qui la frase completa, che è riportata nel patto di alleanza tra Venezia e Comunità cadorina: LA REPUBBLICA CONSERVA IL SUO DOMINIO CON LA RELIGIONE LA LEGGE LA GIUSTIZIA, I SUOI SUDDITI CON LA CARITA’ L’AMORE LA PIETA’. Punto.
eh, caro Milo, hai del tutto ragione… il regime giacobino dal 1797 ad oggi ha distrutto lo Stato Veneto dalle fondamenta… e quelle fondamenta sono i valori spirituali e i riferimenti culturali della Patria Veneta che tu hai spiegato… sono discorsi alti e aulici i tuoi… peraltro sono necessari e abbastanza semplici, quando si vuol comprenderli… solo che fino ad oggi sia l’uomo della strada, sia il livello istituzionale e politico se ne sono disinteressati, pensando che il proprio bene risiedesse altrove. Ma fin che c’è vita, c’è speranza… allora Fede, Speranza, Carità !