IL SOPRACOMITO CRISTOFORO VENIER VIENE TRUCIDATO DAGLI USCOCCHI E IL SUO CUORE DIVORATO 1613
a guerra di Gradisca, ufficialmente non dichiarata, inconcludente, dispendiosa e ricomposta formalmente soltanto un anno dopo la sua conclusione, fu una guerra d’attrito atroce e interminabile, in cui non fu combattuta alcuna battaglia di qualche conto, né fu occupato alcun centro abitato importante. » |
(Sir John Rigby Hale, citato in La guerra del Friuli. Altrimenti nota come Guerra di Gradisca o degli Uscocchi) |
La guerra di Gradisca (1615–1617), così chiamata perché caratterizzata dall’assedio alla fortezza di Gradisca, è anche conosciuta come guerra degli Uscocchi (fonti veneziane) o guerra del Friuli (fonti veneziane e arciducali, queste ultime la chiamano anche guerra di Gradisca). Il conflitto vide schierati nelle opposte fazioni la Repubblica di Venezia ed il ramo austriaco della famiglia Asburgo.
Si trattò di un conflitto locale, che trovò però tratti internazionali nella partecipazione di mercenari stranieri, in particolare gli olandesi guidati daGiovanni di Nassau, e nel debutto di Alberto di Wallenstein, celebre condottiero della Guerra dei trent’anni, sotto le insegne asburgiche. Fu inoltre l’ultimo conflitto sul territorio italico cui presero parte attiva milizie veneziane, se si eccettua la partecipazione secondaria alla poco più tarda guerra di successione di Mantova e del Monferrato.
Già nel 1592 Almorò Tiepolo era stato nominato specificatamente Capitano contra Uscocchi ed erano iniziati attacchi diretti alle loro basi, che peraltro godevano di ottime protezioni naturali. La principale all’epoca era Segna, nel canale della Morlacca. L’arciduca d’Austria, malgrado il risentimento per il mancato aiuto nella guerra in essere con i Turchi, aveva comunque interesse ad evitare una guerra aperta e cercò di prendere provvedimenti. In risposta a un blocco navale veneziano, esteso a tutto il litorale adriatico, nel 1600 inviò come commissario imperiale il goriziano Giuseppe Rabatta, nobile che intratteneva buoni rapporti con la Repubblica. Egli prese misure molto severe, condannando a morte diversi capi uscocchi. Tuttavia la reazione dei segnani non si fece attendere ed egli venne assassinato nella notte del 31 dicembre 1601.[3][4]
Nel 1612 e 1613 i veneziani per rappresaglia giunsero a mettere a ferro e a fuoco possedimenti diretti dell’Arciduca. Ci furono ulteriori tentativi diplomatici, con riunioni a Venezia e Vienna, che naufragarono davanti alle richieste austriache di libertà di navigazione nel golfo, in cambio della sistemazione della questione uscocca, che la controparte non era disposta a concedere.[4]
La situazione rischiò di precipitare nel conflitto aperto causa il clamore sollevato dall’orrida fine che gli Uscocchi riservarono al sopracòmito Cristoforo Venier. Assalita la sua galera presso Carlopago nel maggio 1613, trucidarono l’equipaggio, decapitarono il Venier e, cavandogli il cuore dal petto, lo divorarono.[7] Al successivo assedio di Segna da parte del Provveditore Filippo Pasqualigo (coadiuvato da un contingente di cavalleria turca che controllava le strade verso l’interno) fece seguito l’invio del plenipotenziario austriaco Tiefenbach, che giustiziò diversi uscocchi e scongiurò un’ultima volta la guerra.[4]
Una conferma che i veneziani, che da sempre privilegiavano la diplomazia alla forza delle armi, nel 1613 ritenevano oramai inevitabile uno scontro terrestre può trovarsi nell’insistenza con cui agirono per assicurarsi i servigi di Pompeo Giustiniani, che rifiutò due offerte prima di accettare una terza di ben 3000 ducati. Il Giustiniani raggiunse Venezia nel marzo 1614 e fu nominato comandante militare di Candia.[4] I veneziani confidavano che gli spagnoli, impegnati a ovest da Carlo Emanuele I di Savoia, da loro finanziato, non avrebbero aperto un secondo fronte e che l’arciduca di Graz non avrebbe trovato nemmeno l’aiuto dell’imperatore Mattia.[5]
Nel 1615 la situazione era fuori controllo. Gli Uscocchi raggiunsero nelle loro scorrerie, persino Monfalcone (enclave veneziana in territorio arciducale) e i veneziani, attaccando in risposta Segna, si trovarono a combattere non solo i pirati ma anche le truppe regolari dell’arciduca.[4]
https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Gradisca