LA SITULA ISTORIATA E I RICCHI CORREDI FUNERARI
di Eugenio Padovan
LA SITULA ISTORIATA E I RICCHI CORREDI FUNERARI A DIMOSTRAZIONE DELL’IMPORTANZA E STATO DI BENESSERE DELLA COMUNITA’INSEDIATA A PIAN DE LA GNELA
La prima presentazione al pubblico di questa grande scoperta risale all’ ottobre del 2004 e si è svolta nella Sala conferenze del Comune di Pieve d’Alpago, stracolma di gente. In quell’occasione la Soprintendente Maurizia De Min, la dottoressa Giovanna Gangemi, il dottor Michele Bassetti della Società CORA di Trento, il restauratore Silvano Buzzarello, alla presenza del sindaco Erminio Mazzucco ed Eugenio Padovan presidente del Circolo Amici del Museo dell’Alpago, hanno presentato la situla bronzea, dell’età del Ferro, istoriata datata al VI –V sec. a. C., portata alla luce il 16 agosto del 2002 nell’area funeraria , suddivisa in due settori, della località Pian de la Gnela . Ed anche in questo caso si tratta di un ritrovamento effettuato da alcuni volontari del Circolo Amici del Museo dell’Alpago che con le campagne di ricerca degli anni successivi, ha dimostrato la sua grande e pregiata ricchezza e valore dei corredi funerari, soprattutto e non solo, contenuti nella tomba n. 10 detta della “tessitrice”. Tra i tanti oggetti si annoverano pendagli bronzei, collane d’ambra, di pasta vitrea che trova analogie con il territorio sloveno, fibule con castoni in ambra che portano a contatti con la civiltà golasecchiana , braccialetti e anelli bronzei. Si denota, in altre parole, come tale comunità, avesse e tenesse contatti culturali e scambi commerciali che abbracciavano impensate aree e popoli da est ad ovest del nord-italia e non solo. Rimanendo alla situla va affermato come si sia di fronte ad un oggetto artistico, impiegato come urna cineraria, unico nel suo genere per le figurazioni che riporta nei tre registri. Siamo nell’ambito dell’arte delle situle, che rappresenta il più perfetto linguaggio creativo dei popoli che nel primo millennio a. C. abitavano lo spazio tra il Po e il Medio Danubio, tra Bologna e Kuffarn (Austria Inferiore) fino alle regioni hallstattiane della Slovenia (La citazione è presa dal volume “Arte delle situle dal Po al Danubio”). Per soffermarci, sia pur sinteticamente, sui contenuti delle raffigurazioni, si può di certo affermare come il corteo dei personaggi che sono in marcia, nel primo registro verso sinistra e nel secondo verso destra, trovino preciso riscontro nella situla di Matrei, località del Tirolo. Il terzo registro, quello basale, mostra delle scene erotiche che ci riportano al cinturone di Brizje in Slovenia e alla situla di San Zeno in pieno ambito retico. L’unicum riguarda la scena del parto che allo stato attuale non trova paragoni in nessun altro reperto di questo tipo. Va tenuto conto che gli studi presentati il 23 ottobre a Pieve sono ancora nelle fasi preliminari, che gli scavi nella necropoli hanno consegnato anche altri reperti come i cavallini in pasta vitrea legati all’ambito Piceno, nonché vaghi in ambra e uno scettro in bronzo. In ogni caso la necropoli di Pian de la Gnela proietta l’Alpago nel pieno di traffici e scambi culturali in direzione nord – sud, esistenti tra i territori venetici ed etruschi, ed in direzione est – ovest e dunque tra i territori sloveno-hallstattiani e quelli retici; nei fatti la Conca potrebbe trovarsi lungo una fondamentale direttrice che collegava, in tempi remoti, la regione slovena e friulana con la valle del Piave; gli studi e le ricerche si indirizzeranno, nei prossimi anni, oltre che all’ulteriore scavo e studio delle necropoli, anche al settore riguardante le importanti viabilità antiche
IL GRUPPO ARCHEOLOGICO CADORINO
Presenta:
Archeologia in Alpago
dall’età del ferro all’età romana
“Le necropoli di Pian de la Gnela e di Staol (Pieve d’Alpago)”
Calalzo di Cadore, Biblioteca comunale “Enrico De Lotto”
martedì 14 luglio 2015 ore 21:00
Relatore
Eugenio Padovan , Giornalista e
Presidente Circolo Amici del Museo dell’Alpago