IL VENETO BANCOMAT D’ITALIA, MA VENEZIA DI PIU’. La nuova perla giallo verde.
Il Mose, ovvero la mangiatoia dei partiti italiani richiederà cure costosissime. Questo progetto è caduto sulla testa della genti venete contro la loro volontà e ora pare che funzionerà da bancomat perpetuo. Ecco le considerazioni di un amico che preferisco mantenere anonimo. Come non condividerle?
La nuova perla del governo giallo-verde è TASSARE VENEZIA per completare la porcheria-simbolo dello Stato italiano, detta MOSE, voluta da PD, Berlusconi, banche e Grand’Oriente d’Italia (come confessato a suo tempo dal malvivente Giancarlo Galan), una ruberia gigantesca che ha arricchito soprattutto i massoni proprietari delle banche che lucrano gli interessi dei capitali prestati allo Stato italiano, che ha sventrato la Laguna di Venezia e che non ha mai funzionato (oltre ad essere sempre stata oggetto di critiche da parte del Comune).
Salvini ha accantonato la questione Autonomia del Veneto ed ha ordinato che sui gazebo gli attivisti della Lega promuovano l’ultima trovata dell’estrema destra nazionalista italiana, la “castrazione chimica”, ma intanto il governuccolo da lui voluto scarica in tasse sulla sola Venezia 25 milioni di euro per l’anno 2018 e 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024.
Vogliono che Venezia divenga un grande ufficio esazioni per conto di Mafia-capitale e dei suoi comitati d’affari (dove sguazzano dentro tutti i partiti, in primis quelli che parlano di “Roma ladrona”, come dimostra anche il caso Siri) nei riguardi dei visitatori, anche giornalieri, attraverso un emendamento alla legge Sblocca cantieri prodotta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato dal M5S Toninelli.
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Stavolta è troppo anche per Zaia, che intanto ha imposto alla Lega la consegna del silenzio sulle questioni legate al Veneto, dato che su questa situazione disastrosa tacciono sia la Liga Veneta, sia la Giunta, sia il Consiglio Regionale.
In sintesi ha detto: ““Non sono d’accordo su una riga di quell’emendamento e mi adopererò perché non venga approvato; del MOSE se ne deve occupare il Governo. Lo dissi in tempi non sospetti che non avrei accettato da nessun Governo di nessun colore di dover tirare fuori soldi per un’opera che più italiana di così non si può; dissi anche, e qualcuno rise, che sarebbero serviti 100 milioni l’anno per la sola manutenzione”.
“Per giunta, tutto questo accadrebbe mentre si continua a negarci, ritardando un processo inarrestabile, l’autonomia. Ebbene, questo ragionamento sul Mose va in direzione diametralmente opposta. Avessimo l’autonomia potremmo almeno fare un ragionamento, ma oltre a non darcela, per ora, si inventano anche nuove imposizioni nazionali. Da parte mia, strada sbarrata”.
VISTE QUESTE PREMESSE, SARA’ BENE CHE I VENETI FACCIANO UN PENSIERINO DI NUOVO ALL’INDIPENDENZA, VISTI I RISULTATI NULLI DI QUESTA POLITICA.
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ma la legge regionale nr 28/2016 che fine ha fatto? è ancora in voga? è e poteva essere utile se divulgata e firmata?