I VENETI HANNO BEN DUE MARCO POLO, MA DEL SECONDO POCO SI PARLA
Si, l’articolo dell’amica Todesco giunge a proposito, dopo la nota del figlio di Alvise Zorzi, che smonta tra l’altro, grazie alle ricerche dell’illustre padre, le pretese origini croate del grande veneziano Marco Polo. Perché noi veneti ne abbiamo avuti ben due di grandissimi viaggiatori… e del secondo, altrettanto meritevole ed illustre, si sa a ben poco. Avviso, a scanso di equivoci, gli amici croati. Era di Chioggia, de “Ciosa”, eh ! 😀
Oddio meglio avvisare anche Wikipedia. In cui si scriverà che era un “italiano” 😀
Di Antonella Todesco
Marco Polo è considerato uno dei più grandi viaggiatori ed esploratori di tutti i tempi ma ve ne fu un altro, Veneto anch’egli, nato nel secolo successivo, che lo eguagliò e forse superò per spirito d avventura e curiosità: si chiamava Niccolò de Conti. Di famiglia chioggiotta, nacque a Chioggia intorno al 1395. Appassionato di traffico e di avventure si diede, ancor giovinetto, al commercio, recandosi nei paesi del Levante.
Nel 1419 si stabilí a Damasco, in Siria (importante punto di partenza delle carovane) e da dove, volendo scoprire i luoghi d’origine delle spezie, si uní ad alcuni Persiani e partí verso l’Oriente.
Nel 1419 si stabilí a Damasco, in Siria (importante punto di partenza delle carovane) e da dove, volendo scoprire i luoghi d’origine delle spezie, si uní ad alcuni Persiani e partí verso l’Oriente.
Chioggia (Cioza)
Nel corso di parecchi anni viaggiò sotto le spoglie di un mercante mussulmano in numerose aree dell’Asia e, facilitato dalla sua familiarità con le lingue si imbarcò sulle navi di mercanti islamici.
Viaggiò in Iran, attraversò il Mar d’Arabia, e arrivò in India dove, sulla costa orientale, a Malipur, visitò la tomba di San Tommaso che, secondo la tradizione, avrebbe fondato una comunità cristiana.
Raggiunse Sumatra, dove vi rimase per quasi un anno, e poi proseguí per la Malesia. In seguito proseguí verso il Bangladesh sino ad arrivare in Birmania, quindi fece di nuovo rotta verso Giava, Borneo e Sumatra.
Egli descrisse questi luoghi come “superiori per ricchezza e magnificenza”.
Viaggiò in Iran, attraversò il Mar d’Arabia, e arrivò in India dove, sulla costa orientale, a Malipur, visitò la tomba di San Tommaso che, secondo la tradizione, avrebbe fondato una comunità cristiana.
Raggiunse Sumatra, dove vi rimase per quasi un anno, e poi proseguí per la Malesia. In seguito proseguí verso il Bangladesh sino ad arrivare in Birmania, quindi fece di nuovo rotta verso Giava, Borneo e Sumatra.
Egli descrisse questi luoghi come “superiori per ricchezza e magnificenza”.
Attorno al 1440 fece ritorno in India e si recò in Egitto. Egli viaggiava assieme alla sua famiglia e la moglie, che conobbe in India, e due dei suoi figli, morirono a causa di un epidemia.
Per poter intraprendere i suoi viaggi, Niccolò fu costretto a convertirsi all’Islam e al ritorno, come penitenza, gli fu imposto dal Papa, Eugenio IV, di raccontare i suoi viaggi al segretario papale Poggio Bracciolini.
Le relazioni di Poggio costituiranno una delle migliori descrizioni dell’Oriente da parte di un viaggiatore del XV secolo. I suoi racconti incoraggiarono i viaggi d esplorazione e vennero usati da diversi esploratori e viaggiatori famosi come Ludovico Varthema e Antonio Pigafetta.
Nel 1449, fatto testamento, iniziò a riposare godendo delle favolose ricchezze accumulate nel corso degli anni e ricoprendo cariche, anche importanti, nella sua città.
Si spense a Chioggia nel 1469.
Per poter intraprendere i suoi viaggi, Niccolò fu costretto a convertirsi all’Islam e al ritorno, come penitenza, gli fu imposto dal Papa, Eugenio IV, di raccontare i suoi viaggi al segretario papale Poggio Bracciolini.
Le relazioni di Poggio costituiranno una delle migliori descrizioni dell’Oriente da parte di un viaggiatore del XV secolo. I suoi racconti incoraggiarono i viaggi d esplorazione e vennero usati da diversi esploratori e viaggiatori famosi come Ludovico Varthema e Antonio Pigafetta.
Nel 1449, fatto testamento, iniziò a riposare godendo delle favolose ricchezze accumulate nel corso degli anni e ricoprendo cariche, anche importanti, nella sua città.
Si spense a Chioggia nel 1469.
è passato più di una anno da quando Milo, ci ha lasciato l’onore e l’onere di continuare la sua opera di diffusione della nostra millenaria Veneta Storia.
E di Pigafetta,vicentino,no si parla mai?la nave era portoghese,però…