“SCHEI, FRANCHI” ON MODO DE DIR SOLO VENETO. ECCO PERCHE’
SCHEI & FRANCHI
Ai tempi in cui il Lombardo-Veneto era sotto l’Impero Austriaco, tra fine ‘700 e metà ‘800, erano in circolazione sia le lire della repubblica cispadana, poi regno d’Italia sotto Napoleone, sia monete austriache che sostituirono lo “zecchino” della Repubblica Veneta.
Il termine ebbe origine dal fatto che sulle monete da 1, 2 o 5 “pfenning” c’era scritta la dicitura “Schei-de münze”, cioè moneta divisionale (della corona).
I Veneti non riuscivano a pronunciare bene quella strana parola tedesca e si limitarono a chiamare la moneta solo con l’inizio della dicitura, cioè “schei”. Quindi il termine “schei” rimase nel parlato dei veneti per indicare genericamente i soldi e/o il denaro. E per traslato anche ad una unità di misura corrispondente al centimetro: “se te mizuri ben a ghe voe naltri venti schèi…”
Invece Il termine “franco” non deriva dal franco francese, ma da un’altra moneta austriaca che portava l’effigie dell’Imperatore Francesco Giuseppe e che portava scritta l’abbreviazione “Franc (Franciscus) Ios (Iosef) Austriae Imperator”.
E come al solito i veneti, sempre pratici, usarono la prima parola, venetizzata, della scritta per definire la moneta, che chiamarono “el franco” e “i franchi”.
NdR. E un altro termine per indicare il denaro è “palanca”. Antica moneta di rame da uno o da due soldi, in Liguria, Toscana e nel Veneto.