1920, indipendentismo e federalismo, la questione meridionale.

Una risposta

  1. Marco D'Aviano ha detto:

    Dissento da quest’analisi di Bruno Pederoda… tanti Veneti hanno un animo onesto e candido, ma si fermano talora ai buoni principi, senza infilare il bisturi nelle logiche del potere (che in effetti sono orrende e ributtanti). Con tutta la cattiva mentalità di cui sono ormai impregnate alcune genti del Sud, non troverai mai nessun popolo disposto a scegliere – sua sponte – la via del parassitismo. E’ questa infatti una strada suicida: è un po’ come darsi all’alcoolismo o alla droga… ma ciò avviene sempre se ispirati da cattivi maestri. Dominare i parassiti è cosa semplice per un potere corrotto. Il potere corrotto, al contrario, scoraggia sempre l’onestà, l’amor proprio, la rettitudine… perché contrastano con le proprie mire! Se il regime protofascista costituitosi nel 1861 avesse voluto responsabilizzare l’autogoverno dei vecchi Stati Preunitari, avrebbe potuto farlo con successo. In teoria potrebbe ancora farlo… ma non ha voluto, non lo vuole neppure oggi. Le cerchie massoniche italiane fanno la bella vita organizzando comitati d’affari e corrutele, ben protette dietro l’ideologia unitarista di stato. Ergo, accusare il Sud è tempo perso, oltre che ingiusto, anche se alcune colpe ce le hanno anche loro.

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