L’ORGOGLIO DI LEPANTO, COME E PERCHE’ VINCEMMO
In un Veneto dove per anni è stato nascosto un vessillo preda di guerra della battaglia di Lepanto, nel museo del palazzo “Dogal” di Venezia, probabilmente per non offendere la sensibilità del mondo musulmano (pare che loro vivano il passato al presente, tanto da buttare giù le due torri di New York nel giorno anniversario della sconfitta di Vienna, cioè l’11 settembre,) è bene ribadire il vero senso della VITTORIA di Lepanto, da qualche “luminare” storico moderno rivista come sconfitta.
Lo faremo riprendendo l’analisi dell’accaduto da un sito di cattolici tradizionalisti. Concordiamo pienamente con quanto scrivono. Aggiungo quello che non è scritto: Venezia fu determinante, sia per esperienza navale che per l’apporto materiale, dato che metà della flotta era composto da navi venete. Ma ne parleremo meglio in un altro articolo.
L’immensa importanza della vittoria cristiana
Illustri storici hanno poi rilevato il valore strategico della vittoria di Lepanto. Fernand Braudel scrive:
«[Se] anziché badare soltanto a ciò che seguì a Lepanto, si pensasse alla situazione precedente, la vittoria apparirebbe come la fine di una miseria, la fine di un reale complesso d’inferiorità della Cristianità, la fine d’una altrettanto reale supremazia della flotta turca (…) Prima di far dell’ironia su Lepanto, seguendo le orme di Voltaire, è forse ragionevole considerare il significato immediato della vittoria. Esso fu enorme».
Il britannico John Keegan elenca Lepanto tra le 15 battaglie navali decisive della storia, «d’importanza duratura e non puramente locale», perché segnò la fine del potere navale ottomano e «arrestò l’avanzata musulmana nel Mediterraneo occidentale».
Angelo Tamborra afferma che «con Lepanto», «prende fine (…) stabilmente, quello stato d’animo di rassegnazione e quasi di paura ossessiva che aveva prostrato l’Occidente, preso dal “mito” della invincibilità del Turco» e che con tale battaglia si ebbe il «definitivo declino della talassocrazia turca del Mediterraneo»
Anche se può sembrare strano, poiché da sempre in contrasto con la Serenissima, ho sentito dire che anche i corsari dalmati Uskok parteciparono alla battaglia di Lepanto al fianco della cristianità.
Risulta da qualche riscontro? Grazie
Anca in questo testo ghe mete’ drento l’italia. Ma non c’era.