LA SCURE DI NAPOLEONE ABBATTE IL BOSCO DEL CANSIGLIO
Tra i danni enormi che Napoleone, a capo di una armata di straccioni affamati, procurò ai Veneti, dobbiamo annoverare anche la distruzione (per fortuna parziale, non ebbero il tempo di completare l’opera) del famoso bosco del Cansiglio:
La grande foresta del Cansiglio, il prestigioso bosco da reme, ricco di faggi bianchi e rossi, di roveri, di farmie, tutti legnami preziosi per l’attività cantieristica, sia all’Arsenale che in tutti gli altri squeri veneziani e non; il bosco che la Serenissima teneva in modo particolare; soggetto a cure e attenzioni dove gli alberi venivano tagliati in modo d apoter rinnovare lo stesso bosco senza distruggerlo per il quale erano state emanate leggi severissime, ebbene: con la dominazione napoleonica ne è stato fatto uno scempio esemplare! In soli nove anni è stato ridotto i circa la metà! Fu fatto un disboscamento criminoso! E senza alcun criterio di conservazione. Come invece aveva fatto la Repubblica.
Solo con l’arrivo degli Austriaci è stata salvata qualche cosa: ma solo grazie alla conoscenza che derivava loro dalla conservazione del loro patrimonio boschivo.
Distruggere un bosco è un po’ come distruggere una chiesa antica, un monastero. Mi viene in mente ed esempio, tra i tanti distrutti dall’Attila dei Veneti, quello che sorgeva dove oggi c’è il cimitero di Feltre. Una lapide ricorda che il monastero conteneva centinaia di volumi e pergamene antiche, opere d’arte e quadri, tutti bottino di guerra dei Vandali che se ne impadronirono e poi lo dispersero per sempre. Ecco, prendete questo evento e moltiplicatelo per cento, per mille, e vi renderete conto di cosa è stato il “progresso” che ci ha portato l’armata francese. E qualcuno nell’ex territorio veneto, rimpiange questa disgrazia umana a nome Bonaparte.
Tratto da “Il processo a Napoleone” a cura di Gigio Zanon ed. Filippi