“LE OSELE DAI PIE’ ROSSI” IN OMAGGIO DAL DOGE
IL 28 GIUGNO 1521 SI DECIDE la coniazione di speciali monete-medaglie dette ‘osele’ che continuerà ogni anno fino alla fine della repubblica. Tutti gli anni, fin dal 1275, per la ricorrenza del Natale, il doge offriva, ad ogni componente del Maggior Consiglio, cinque “osele selvadeghe dai pié rossi” provenienti dalle valli di Marano di cui la Repubblica godeva l’usufrutto.
In seguito, per la scarsità della selvaggina, il numero dei volatili era sceso a due, di diversa grossezza, tanto che si usava dire: On grasso e on magro come i osei de Maran. Infine, venuta a mancare quasi totalmente la selvaggina, il dono viene sostituito con una moneta-medaglia d’argento, chiamata osela, accettata anche come moneta corrente.
Il Maggior Consiglio vota così la soppressione del dono degli uccelli palustri (con gran gioia dei superstiti, n.d.r.) e delibera che in logo degli uccelli che cadaun gentilomo nostro aver suole dal Principe, per l’avvenire aver debba una moneta della forma che parerà alla Signoria nostra che sia di valuta di un quarto di ducato e li camerlenghi siano obbligati delli denari deputati al Principe di dare alli uffiziali nostri delle ragioni vecchie quella somma fissata per detta regalia per esser distribuita alli nobili nostri, per tempo, forma e modo come osservare solevasi nella dispensazione delli uccelli”.
G. Distefano, op. citata.