LA MOSTRA SUI VENETKENS CHE IGNORAVA REITIA, MESSA NEL SOTTOSCALA PER IGNORANZA?
Ritorno sulla mostra dedicata ai VENETKENS a Padova (vedi foto) nel 2013, in cui, probabilmente per disinteresse da parte del curatore, Reitia, la nostra Dea Madre, veniva appena nominata, relegata a un culto locale, e ciò suscitò a suo tempo le rimostranze del nostro grande studioso Piero Favero e dell’amico e gran esperto esperto di culti antichi, Luigi Pellini. Credo sia interessante riproporvi le loro osservazioni (piuttosto taglienti, e a ragione).
VENETKENS sminuisce l’importanza di REITIA
Intervento di Piero Favero nel blog di Luigi Pellini
Penso che ad una lettura critica della mostra di Padova sui Veneti antichi si noti come la dea Reitia venga posta sullo stesso piano di divinità minori maschili e le venga perciò tolto il primato di somma dea dei Veneti. Viene quindi snobbata la caratteristica genuina del culto veneto che nasce proprio da una persistenza dell’antica religione matriarcale. Il simbolo della Chiave di Reitia, emblema della Barca solare, viene presentato invece come un simbolo “araldico” di una famiglia di antichi veneti. Confondere la Barca solare con un simbolo araldico è una sentenza tragicomica: comica perché parlare di simboli araldici presso i Veneti antichi è assolutamente ridicolo; tragico perché evidenzia la totale ignoranza e presuntuosa sottovalutazione dei temi reali della Tradizione spirituale veneta. A qualcuno la verità interessa poco, essendo troppo impegnato a gestire potere e denaro, con la sola preoccupazione di non perdere il controllo della situazione. Dunque alla “festa privata” di Venetkens, che la somma dea veneta venga pure tenuta in disparte, magari fuori della porta.
Piero Favero
Il culto di Reitia arrivava fino al villaggio veneto della Pannonia (iscrizione in lingua e alfabeto venetico: “mego Urleia toler Reitia“). Dunque Reitia non era la dea “locale” di Este.
Quello che manca oggi è il rispetto e senza rispetto, senza entrare in punta di piedi nel mondo degli antichi, non è possibile conoscenza. Nei santuari pagani, per esempio quello di Delo nell’Egeo (ma era comune in molti altri santuari), c’era spazio per templi e tempietti dedicati a tutte le divinità, le più lontane, straniere o universali (Iside compresa). C’era posto per tutti. Oggi nei “santuari della scienza”, come la mostra Venetkens, non c’è più posto nemmeno per la padrona di casa, Reitia.
tps://veneto-tradizioni-storia.blogspot.com/?m=1 ha detto…
Concordo assolutamente.
. Alla mostra ho avuto modo di sentire una “guida” che con accorata passione e tracotanza continuava a denigrare la figura di Reitia, diceva che i Veneti non avevano un sistema religioso raffinato e continuava a sostenere che appunto Reitia non era una Dea, che la ” Dea di Caldevigo”in realtà era semplicemente una donna ricca e non una devota orante o una Dea. Ha detto altre cose abbastanza inquietanti e sinceramente mi son sentita offesa, sia come studiosa che come Veneta.