Le colonne di Vicenza
di Antonella Todesco
Al leggere il nome “Vicenza” i lettori non possono che associarvi la figura di Andrea Palladio; il geniale architetto infatti ha progettato molti degli iconici monumenti della città come il teatro Olimpico, la Rotonda, la loggia del capitaniato e la Basilica in piazza dei Signori, detta palladiana appunto.
A due passi da questo edificio oggi si ergono due maestose colonne, quella del leone e quella del redentore, ma nel XV secolo le cose erano ben differenti infatti piazza dei Signori (rappresentata nella cartolina a lato) e piazza Biade non si trovavano sullo stesso piano, ma erano separate da un dislivello di oltre un metro colmato da una serie di gradini che permettevano di passare da un piano all’altro delle due superfici e non vi era alcuna colonna.
Quando si decise di portare a livello il suolo a farne le spese furono due edifici storici: la casa del pellicciaio e il magazzino del sale che lasciarono un vuoto che gli architetti dell’epoca decisero di riempire posizionandovi le due colonne in questione.
esse però non vennero posizionate nello stesso tempo, ma ebbero una storia piuttosto travagliata:
La colonna su cui oggi poggia il Leone di San Marco, simbolo della dedizione della città di Vicenza a Venezia del 1404, venne trasportata dalle cave di marmo di Chiampo nel mese di gennaio, scelta non casuale quella del mese più freddo dell’anno poiché il terreno, reso più compatto dal gelo meglio si prestava al trasporto del pesantissimo fusto.
Un fatto curioso è che rimase a terra per ben 17 anni finchè nell’ottobre del 1464 si presentarono le condizioni adatte per il suo issaggio, furono necessari infatti circa un centinaio di uomini e l’ausilio di cinque argani.
Il leone di San Marco invece venne installato 9 anni dopo ed era ricoperto da una patina d’oro per indicare ai forestieri che si trovavano a Vicenza città dell’oro; questo leone non è però quello che oggi possiamo vedere sulla colonna. Infatti essendo un simbolo fu trattato come tale nel corso della storia.
Già nel 1509, dopo solo 36 anni, abbiamo il primo cambiamento; dopo la sconfitta veneziana ad Agnadello, Leonardo Trissino (nobile vicentino filoimperiale) ordinó di deporre la statua simbolo della Repubblica e di farla sostituire con l’aquila bicipite, simbolo dell’Impero austriaco.
I veneziani ritornarono a Vicenza poco dopo tolsero subito l’aquila e recuperarono il leone.
Esso rimase a vegliare la città sulla città sino alla caduta della Repubblica per mano francese nel 1797 quando quest’ultimi rimossero il leone (danneggiandone volutamente la coda e parte delle zampe) e lo relegarono nel cortile del Teatro Olimpico.
Nel 1863 poco prima della fine della dominazione austriaca, i Vicentini decisero che fosse tempo di riposizionare il leone sulla colonna e lo fecero incaricando l’ing. Luigi Dalla Vecchia.
Qui rimase fino al 1945, quando in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, a cui Vicenza e gran parte del Veneto furono sottoposti) fu danneggiato nuovamente. Il leone attuale è un restauro di quest’ultimo.
La colonna sui cui oggi poggia il redentore invece giacque per quasi due secoli nella cava di marmo di Chiampo a causa delle difficoltà riscontrate con il trasporto e l’issaggio della prima colonna.
Fu soltanto nel 1625 che il podestà Giorgio Emo, capitato per altre questioni a Chiampo, vide la colonna ormai dimenticata e decise di portare a termine quanto lasciato incompiuto.
Ma ecco che, durante le complicate manovre di movimentazione del fusto, questo andò in pezzi ed Emo ordinò immediatamente di scolpirne un secondo.
In duecento anni niente era cambiato in tema di trasporto quindi, anche in questo caso, il fusto fu trasportato via terra con l’aiuto di buoi e uomini, mentre in città fu l’architetto Antonio Pizzocaro che diresse i lavori per l’erezione del manufatto.
Sopra di esse, nel 1640, venne posizionata la statua del Redentore opera dello scultore G.B.Albanese.
liberamente tratto da https://guidaturisticavicenza.com/