L’isola più ospitale
Nel V secolo inizió in Veneto l’epoca delle invasioni e gli abitanti, privi del presidio romano e non ancora attrezzati per opporre resistenza alla marea di invasori, si rifugiarono nelle isole della Laguna e tra esse, una delle più ospitali era Torcello.
Una leggenda racconta che quando il nemico inizió a minacciare Altino, gli abitanti di questa città invocarono con preghiere e atti di contrizione l’aiuto del Cielo. “Ed ecco videro ad un tratto gli uccelli e i colombi volar via dalle mura e abbandonare i loro nidi.
Gli altinati allora si divisero in tre corpi, due dei quali volsero all’Istria e a Ravenna; rimaneva il terzo, incerto del luogo dove dirigersi. Digiunarono tre giorni e al terzo udirono una voce che gridava loro:”salite alla torre e guardate le stelle” (In turrum ascendete, ad astra autem videt); ed essi salirono e videro in quelle effigiate le isole, e videro barche e navigli…”
Seguendo il celeste avvertimento iniziarono a migrare uomini donne vecchi e fanciulli, con quanto potevano portare e, preceduto dal Vescovo e dal clero, coi vasi sacri e le sante reliquie, si trasferirono nella Laguna, a quelle isole dove già nella precedente invasione i loro predecessori avevano ricoverato” (Romanin).
Si, perché un primo afflusso a Torcello ( e isole limitrofe) di altinati lo si ebbe per l’invasione degli Unni di Attila ma, passato il pericolo, essi ritornarono ad Altino. Successivamente, nel 579, dopo il Sinodo di Grado, si ebbe una nuova trasmigrazione della popolazione altinate verso Torcello che divenne stavolta emigrazione totale, con il definitivo abbandono di Altino nel 638 per sfuggire ai Longobardi . È a questo periodo che allude la leggenda riportata.
Scrive il Filiasi che la Laguna Superiore era considerata come “la parte più nobile della seconda Venezia, anzi, come la sola abitata da veri veneziani” e un brano della Cronaca Svajer riporta:” La provincia da quella parte (insulare superiore) giera molto più nobile et populada che no è l’altra parte della provinsia…et queste isole, lidi et contrade.. giera tute abitade et populade da venetiani propri…”
Nel periodo del suo massimo splendore Torcello si presentava come una grande città capace di ben 50.000 abitanti, era solcata da un suo Canal Grande e vi si trovavano un centinaio di chiese (G.Piamonte).
La decadenza inizió nel 1300 per cause politiche, Rialto si faceva sempre più potente, ma anche per cause naturali come l’interramento dei porti per le melme apportate dai fiumi Sile e Dese con il predominio di acqua dolce rispetto alla salata e con la conseguente malaria.
Miozzi
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