Venezia e Padova, amore e odio
Dalla prima donna laureata al mondo, alle dolci colline costellate di ville patrizie. La storia della Padova veneziana inizia con un terribile fatto di sangue.
Nel gennaio del 1406 l’ultimo signore di Padova, Francesco Novello da Carrara, muore strangolato nelle prigioni di Venezia. La stessa sorte tocca, qualche giorno più tardi ai suoi figli, anch’essi detenuti nelle stesse carceri.
E’ un fatto che creò grande scalpore all’epoca e che ci illustra un aspetto rilevante della politica veneziana: l’espansione della Serenissima in Terraferma non avvenne solo per mezzo di “dedizioni spontanee” con le città che decisero liberamente di unirsi alla Repubblica, ma anche tramite assedi, conquiste militari e l’eliminazione fisica dei rivali.
Come inizia allora questa storia? Prima di entrare a far parte della Serenissima, Padova è un comune libero e una signoria molto importante. La sua università è fondata nel 1222 (solo quella di Bologna è più antica, in Italia), mentre nel Trecento il comune ospita personaggi del calibro di Giotto e Petrarca. Governata dalla famiglia del Carraresi, la città si trasforma gradualmente in una potenza regionale, troppo grande e troppo vicina perché Venezia possa stare a guardare, cosi, nel 1405 si arriva alla “dedizione” di Padova, o per meglio dire alla sua resa, dopo un assedio durato più di un anno.
Camminando nel centro di Padova, non avrete difficoltà a individuare i lasciti medievali. La Basilica di Sant’Antonio, il Palazzo della Ragione e la Cappella degli Scrovegni sono solo alcune testimonianze del benessere dell’epoca pre-veneziana.
Davanti a un’identità così forte e volendo far dimenticare il lungo assedio, la Serenissima si adopera fin da subito per sostituire i simboli del potere( a lato lo stemma dei carraresi ancora oggi visibile in alcune parti di Padova), paradossalmente, è lo stesso trattamento che subirà nel 1797, quando Napoleone metterà fine alla Repubblica e i suoi soldati distruggeranno i leoni marciani.
A inizio Quattrocento, sono gli emblemi dei Carraresi a essere cancellati. Il mausoleo di famiglia, costruito all’interno del battistero del duomo, viene smantellato, mentre nella reggia si insediano i rappresentanti veneziani, Padova è tutta un cantiere. Si ricostruisce l’orologio astronomico (foto a lato) su una nuova torre e si restaura il Palazzo della Ragione, colpito da un incendio.
Non è dunque una storia d’amore quella che s’instaura all’inizio tra Padova e Venezia (e ancora oggi rimane una certa rivalità) Tuttavia, a parte la parentesi della lega di Cambrai (1508-1516), quando la città subisce un assedio, Padova vive all’interno della Serenissima quattro secoli di pace e prosperità. I patrizi veneziani costruiscono sontuosi palazzi, un ospedale (di cui rimangono le mura esterne e il portico), l’Orto botanico (patrimonio Unesco) e ll Prato della Valle. Anche le mura cinquecentesche sono volute dalla Repubblica: si snodano su un percorso di 11 km, quasi interamente conservato, e cinque porte sono tuttora In uso.
Al periodo veneziano, però, è legato soprattutto lo sviluppo dell’università. Non solo la Repubblica garantì all’ateneo patavino una sorta di monopolio, ma il clima liberale nel paese permise agli studenti di tutta Europa di seguire le lezioni (a Bologna è invece necessaria una professione di fede cattolica). Una visita alla sede storica di Palazzo del Bo, con il più antico teatro anatomico stabile al mondo, vi farà rivivere quel periodo. Immaginate di sedere in uno dei sei palchi e di sporgervi verso il tavolo di dissezione, illuminato dai candelabri. Qui, nel Cinquecento, insegnava Andrea Vesalio, il fondatore dell’anatomia moderna.
Ma ci sono anche Galileo Galilei e la prima donna laureata al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (1646 1684), figlia di una potente famiglia veneziana (la stessa dell’ultima regina di Cipro!). Fin da piccola Cornaro Piscopia può studiare greco, latino e filosofia e, in poco tempo, si guadagna una fama di donna geniale, tanto che il padre la fa iscrivere all’università, non senza difficoltà con le autorità locali. Si laurea nel 1678 e, anche se rimane un caso eccezionale per il suo tempo (passerà quasi un secolo prima che un’altra donna si laurei a Padova) segna una pietra miliare per l’emancipazione femminile.
Liberamente tratto da “Repubblica di Venezia – extinguished countries vol.1”