Luigino Tosatto & i suoi ricordi da bambino: “i poeastri”

Continuiamo la rubrica volta a riscoprire e valorizzare i mestieri ed usanze di un tempo con la speranza di accendere sopiti ricordi nel pubblico più anziano e di suscitare curiosità nel pubblico più giovane, buona lettura!

Si ringrazia l’autore Luigino Tosatto

Za’ me a vedo …

Stasera ei poeastri non i ga’ avuo gnente da magnar,, ze’ inutie che i se impenissssa el goso par gnente,,..

Ea bomboea del gas a ze’ pronta, el fogon ga’ zsa’ sora ea pignata piena de acqua,,,

Cortei, e forfe da vide lavai e affiai,,,

Ganci par picar eee bestie, messi tutti in fia sol fil de fero .

El congeator ze’ quasi vodo,,, e doman speremo che i poeastri ghe stae tutttti,,, mal che a vada un paro ghei tegno mi, che el mio ze’ a metà liveoooo.

Iii me incarichi son sempre gli stessi.

–1 col fil de ferro grosso, girato a uncino da una parte, mi accingo a prendere tutti i polli per una gamba,,,,, Zac…… ciapa’,,, li lego a coppie per le gambe finché non li prendo tutti.. la mia è un arte appresa fin da quando ero piccolo…

–2 mano sinistra soe sattte, man destra sol coeo,,, zaccccc, ze’ un attimo, ma non da tutti,,,

Che Manitù mi perdoni.. .

Ghe tegno dure eee ali, che non eee sbatta, rischiano di far ematomi e botte nere sulla carne.

–3 quando non si muovono più,,, el pignaton dell’ acqua calda boie za’ da un toco, che Taio el spago che ghe ligava eee satte,,, prima el coeo, dopo ee satte, un giro solllll acqua calde iii fa’,,,.

–4 spetemo 10 secondo,, sopra il tavolo lo son giàaaaa,,, abbia inizio la fase di pelatura,,, lavoro de alta precisione, via le penne, senza strappargli la pelle..

–5 mi perdo in ciaccole, non posso fare tutto io..

–6…. A opera compiuta, levo il pignaton de acqua dal fogon, e procedo con rosolare le prede sopra il fuoco al minimo, per abbrustolire le penne non tolte, le più piccole, e per passare le zampe,, bone par far el brodo…

–7 me incontento de poco del lavoro deaaa giornata, considerando che me Amia me scursa eee braghe ogni volta che me serve,,,, da quando la MIA MAMMA non c’è più.,,,,, È STATA LEI A INSEGNARMI QUANTO E TUTTO SO’ DI QUESTA ARTE.

–8 finito, il caffè e un dolcetto fatto in casa dalla mia Amia’,,,,, la chiamo così la Mia zia, in modo confidenziale, affettivo,, Lei non si arrabbia…ci vogliamo bene…

–9…. Torno a casa felice, e con la borsa piena…. Mi accontento di poco,,,,, del cibo degli DEI…..

–10 alla sera, a casa mia preparo la polenta, a lunga cottura, per mangiar anche le croste.

Al pomeriggio mia moglie mi ha cucinato…..

-Le Creste dei galli

-Le vovere delle galline

– i vivi dei galli..

Na bozsa de vin moro, de queo bon,,,

E son contento fa’ na Pasqua..