La tradizione popolare
di Theusk
Attraverso alcuni ritornelli, proverbi, novelle, fiabe, poesie e leggende popolari del passato, riusciamo a scorgere un filo che lega il costume del popolo veneziano di un’età più vicina a noi, a quello forse dei primi tempi di Venezia.
Vi ritroviamo un eco del passato, delle sue vestigia, che rimane radicato e tramandato di generazione in generazione senza mutamenti.
Fino a non molto tempo fa, e come allora, l’amore nasceva in chiesa.
“Ancuo xe sabo e me ralegro el cuoreDoman xe festa e vedo lo mio amoreSe no a la prima messa, ala secondaQuela cantada, che sarà più longa”
Bizzarri i versi d’amore probabilmente accompagnati dal suono di una chitarra da una “Frottola” di Lazzaro da Crusola perchè “Le prime dichiarazioni si facevano cantando sotto le finestre delle ragazze corteggiate…
“Mi son tanto inamoraoIn dona Nina mia vesinaChe me da gran disciplina,Che me vedo desperao.Gnao bao, bao gnaoMi son tanto inamorao”.
I ragazzi più ambiti erano gli arsenalotti..
”Quando che un Castelan xe inamoraoEt se ne va su la gamba pulioCo la so miecra e rizi petenaoDe pano fin e de ueluo vestioCo la so cinquedea (pugnale) perfumegaoChe ‘l sa da bon a la lontana un mio,Tanto galante ch’el no par de queliChe dopra in Arsenal dala e scarpeli”
Antichissimo è anche nei ritornelli popolari il procedere a domande e risposte come nell’esempio sottostante:
“Indove ‘ l batizemo?In ciesa a San MartinChe nome ghe metemo?Costante Costantin.E chi sarà el compare?Bernardo Bernardin”
Le famiglie borghesi e quelle popolane quindi, che di poco differivano dalle consuetudini, celebravano con maggior spontaneità gli avvenimenti lieti della vita senza relegarli nell’ombra. È pur vero che nel tempo cambiarono le usanze ma intatti rimasero i tratti di certi riti e simboli che ci ricordano costumanze forse non ancora del tutto perdute.
Liberamente tratto da: “La poesia popolare” di d’Ancona
Liberamente tratto da: “La poesia popolare” di d’Ancona
è passato più di una anno da quando Milo, ci ha lasciato l’onore e l’onere di continuare la sua opera di diffusione della nostra millenaria Veneta Storia.