ANDREA GRITTI ALLA RICONQUISTA DI PADOVA
Di Milo Boz Veneto
ANDREA GRITTI, L’UOMO CHE SALVO’ VENEZIA.
Il 28 Dicembre 1538 si spegneva a Venezia Andrea Gritti. Uno dei giganti della Storia dei veneti, e della sua impresa memorabile, la prima, vogliamo parlarvi.
Padova era stata occupata con un colpo di mano dai partigiani dell’imperatore, capitanati da alcune famiglie nobili feudatarie vicentine e da altre imparentate con i deposti Carraresi. Loro intenzione era di consegnare la città alle truppe di Massimiliano che si stavano avvicinando per assediare Venezia. Padova era il primo ostacolo da superare, non fosse stata occupata contro la volontà della popolazione, dai suoi partigiani. Ma Gritti ribaltò di nuovo le sorti tra gli osanna del popolo che si sentiva liberato e si apprestò a resistere.
La riconquista di Padova
In uno dei momenti più oscuri e terribili della storia veneziana, in cui tutto sembrava perduto per la sconfitta di Agnadello, Andrea Gritti seppe riordinare le forze superstiti dopo la rotta, e portare avanti una contro offensiva che pian piano riportò l’entroterra occupato dalle forze della lega capitanate da Massimiliano d’Asburgo, sotto l’ombra del Leone. Ma questa prova evidenziò agli occhi del governo e degli osservatori dell’epoca (mi riferisco a quanto scrisse Machiavelli, testimone oculare), che ormai Venezia non era più solo un dogado che dominava sulle città, ma una Nazione, amata dalla popolazione dell’entroterra come la propria Patria.
Infatti il Gritti, con la sua figura e la sua determinazione, infuse nell’animo dei sudditi la voglia di combattere e di resistere a quelli che eran considerati invasori. Migliaia di contadini e cittadini accorsero come volontari, altre migliaia praticarono, a costo di rimetterci la vita, una resistenza attiva nei territori occupati. Celebre rimane l’episodio di un contadino veronese, riportato dal Machiavelli, al quale, preso con le armi in pugno, fu promessa la salvezza se avesse abiurato San Marco. Ai piedi del patibolo egli rispose: “mi so marchesco, e marchesco voj morir!”, e si fece impiccare. Un episodio che, ogni volta che lo riporto, mi commuove come il proclama dei perastini, letto in piazza nell’agosto del 1797. Il Machiavelli scrisse allora che se Venezia poteva contare su questi sudditi, mai sarebbe stata vinta. Purtroppo, qualche secolo dopo, non bastò.
LA RICONQUISTA DI PADOVA sotto la guida di Andrea Gritti.
D’accordo col Capitano Generale, il Gritti si diresse nottetempo, con un manipolo scelto e per un itinerario ben studiato, a Padova, che prima si era data a Venezia, (ma ora era occupata da forze pro lega) e in una sola giornata la riconquistò; era il 17 luglio. In quell’impresa rifulse il valore anche del padovano Saccardo Soncino, che aveva guidato l’avvicendamento dei carriaggi nella città. Quando la porta stava per essere chiusa, ad arte danneggiò la ruota di un carro, impedendo la chiusura del battente; marco!l’attimo fu sufficiente ai Veneziani, che si erano avvicinati di nascosto, per irrompere contro le mura.8
Dei nemici furono uccisi, altri presi prigionieri e il Gritti venne accolto con alte grida di giubilo (Marco! Marco!) . Fu per lui motivo di grande soddisfazione, apprendere che della città era stato nominato nuovamente Podestà.
Vietò alla truppa ogni saccheggio, tollerando soltanto che fossero depredate le case di taluni ebrei, in fama di strozzini, e di quei cittadini, dei quali era noto il voltafaccia ai danni della Repubblica perpetrato durante l’invasione nemica.
Dopo la conquista, provvide a mettere la città in condizione di resistere all’assedio, che il nemico andava organizzando; provvide a dotarla di derrate alimentari e di ogni mezzo di difesa.
La fama della sua determinazione della sua efficienza si sperse per l’italia tutta; furono più di mille i volontari che, attratti dalla notorietà delle sue gesta, dalle rive del Garda e dalle altre città italiane, accorsero entusiasti a militare sotto il suo comando. Il Gritti seppe farne ottimo impiego (…) Padova non era certo attrezzata per resistere all’esercito di Massimiliano. Che nel frattempo si avvicinava: la cinta muraria era malandata; né le pur affannose opere di rifacimento e di restauro avevano dato risultati apprezzabili; non v’era possibilità di arruolare nuove truppe, perché ogni risorsa della Repubblica era stata destinata a rafforzare la flotta. Massimiliano si accampò sotto le mura, pronto a muovere l’assedio finale.
...Tuttavia la determinazione del Gritti, che con discorsi infuocati ai difensori e l’abnegazione del suo comportamento rendeva impossibile la conquista della città, dove tutti si battevano cole leoni sotto le insegne marciane, costrinsero Massimiliano a togliere l’assedio, il 2 di ottobre. Fu l’inizio della vittoria dei veneti. e della riconquista dell’entroterra, da parte del Gritti. Un Leone indomabile egli stesso-