I VENETI ANTICHI, IL CULTO DI DIOMEDE, LE PULEDRE “LUPIFERE”
di Milo Boz
– come iniziò la razza dei cavalli veneti –
Strabone ci narra quanto segue: “Alcuni raccontano invece degli onori resi a Diomede presso i Veneti (da notare che tale culto era diffuso tra le due sponde contigue dell’Adriatico, dalla Grecia al golfo dei Veneti): infatti si sacrifica a lui un cavallo bianco e vengono indicati sul luogo due boschi sacri, uno ad Eva Argiva, l’altro ad Artemide Etolica. Aggiungono poi, com’è naturale favoleggiando, che dentro quei boschi le fiere sono mansuete, le cerve si aggregano con i lupi, e si lasciano avvicinare e toccare dagli uomini, le bestie inseguite dai cani, se si rifugiano là, non sono più inseguite.
Si racconta che uno dei notabili del posto, conosciuto perché era solito offrirsi come mediatore per gli altri e preso in giro per questo, si imbattè in alcuni cacciatori che avevano tra le reti un lupo; quelli per gioco dissero che se si fosse offerto come mediatore per il lupo pagando i danni che l’animale avrebbe potuto fare, avrebbero sciolto la bestia dalle reti, ed egli acconsentì.
Il lupo, una volta liberato, spingendole spinse nella stalla del suo salvatore e mediatore una mandria di cavalle prive del marchio di proprietà. Egli, ricevuto questo segno di riconoscenza, fece marchiare le cavalle con l’immagine di un lupo ed esse furono chiamate perciò lupifere e si distinguevano per la lor velocità più che per la loro bellezza. I suoi discendenti, avendole ereditate, conservarono alla razza dei cavalli il marchio ed il nome, ed introdussero la disposizione di non vendere ad altri le loro cavalle, conservandone l’esclusiva. Così l’allevameto dei cavalli divenne famoso in quei luoghi …”
Il lupo doveva essere un animale sacro, asssieme al corvo o cornacchia a cui si offrivano dei sacrifici in primavera, tanto da venire raffigurato con l’uccello, come compagno di viaggio della Dea Reithia, nei dischi di Montebelluna.
E finisco questa nota, a proposito dei cavalli veneti, ricitando i versi immortali di Alcmane, poeta della Grecia classica, … :). Magari recitateli pure voi, maschi affascinati da una bella Donna Eneta (detto alla greca) … pare funzioni…. 😉 😀
BELLA COME UN PULEDRO ‘ENETO’, DAGLI ZOCCOLI SCALPITANTI DISOGNI ALATI….. che meravegia..par dirla in venessian…
Buona giornata, tose e tosi. Siate orgogliosi di essere Veneti.