LA MELUSINE VENEZIANA
Simonetta Dondi dall'Orologio
Anche Venezia non è insensibile alle leggende di provenienza straniera e le riadatta al mondo lagunare….
Ci sono varie versioni su questa leggenda che sembrerebbe fosse d’origine celtica. Melusine sembra che fosse francese e che la cantavano i trovatori, sicuramente a illustri personaggi all’epoca medievale: finalmente nel XIV secolo fu scritta e nella forma che è arrivata a noi.
In quel tempo una bellissima fanciulla, una fata, si era innamorata di un “mortale”, Raymondin e gli aveva fatto promessa di matrimonio ma ad una condizione: che un giorno alla settimana, il sabato, lei sarebbe stata libera; il giovane per nulla al mondo doveva cercare di sapere dove andesse o cosa facesse .
Il giovane accettò la condizione e vissero felici, ebbero molti figli e prosperarono per anni innamoratissimi.
Però un sabato fu a visitare la famiglia il fratello di Raymondin il quale rimase stupito di vedere che Melusine non ci fosse: cominciò a calunniarla e,poco a poco, il giovane cominciò a pensare male e ingelosirsi: decise quindi di seguirla pensando che avesse un amante.
Fu una sorpresa vederla che si bagnava in uno stagno sola e che ad un certo punto dall’acqua spuntasse una coda di pesce e squame quasi come se fosse un serpente.
La povera Melusine si trasformava in sirena una volta alla settimana per una maledizione della madre.
Melusine si rende conto che Raymondin aveva rotto la sua promessa e la stava spiando. Un profondo dolore la colpisce il cuore, soprattutto, per non averele direttamente domandato e averla spiata.
Decide di dare al marito una seconda opportunità, ma le cose cambiano e la vita armoniosa si trasforma in continue preoccupazioni: il figlio maggiore incendia un monastero con tutti i monaci dentro e Raymondin accusa la mezza donna mezza serpente che lo spirito del ragazzo è pieno della sua cattiveria e forma di essere.
Melusine, tristissima, parte per sempre distrutta per la grande ferita d’amore. Raymondin terribilmente rattristato si rende conto che ha perduto l’amore della sua vita e decide di farsi monaco per cercare di correggere il peccato di aver fatto del male alla sua amata sposa.
Questa leggenda è arrivata anche a Venezia e qui il personaggio si trasforma in un pescatore di nome Orio il quale pesca in Laguna la bella Melusina, qui la dolce fanciulla gli fa promettere che non andrebbe mai a visitarla di sabato. Un sabato però Orio, desideroso di vedere la sua promessa sposa va al loro posto d’incontro e scopre che un un serpente, che gli dice che aveva rotto la promessa, gli raccontò la maledizione e che se si fossero sposati sarebbero vissuti felici.
I due si sposarono, ebbero tre figli e vissero felici fino a quando Melusina si ammalò e morì. Orio rimase solo ad occuparsi del lavoro, dei tre figli e delle faccende domestiche e, con sua grande sorpresa, ce la faceva benissimo a seguire tutto in quanto quando rientrava la casa era sempre linda e in ordine.
Un giorno rientrò prima ed entrando in cucina trovò un grosso serpente, e lo uccise. Da quel giorno non ritrovò mai più la casa in ordine ma anzi, sporca e immersa nel caos. Fu solo allora che comprese che il serpente altri non era che la sua sposa Melusina, che in forma di serpente lo aiutava come poteva.
A ricordo di questa vicenda nel luogo in cui sorgeva la loro casa venne raffigurato questo cuore di mattoni rossi.