SAN TODARO, CHI ERA IL SANTO “PROTETOR” DI VENEZIA PRIMA DI MARCO.

3 Risposte

  1. Redazione A.P. ha detto:

    Articolo molto interessante, sinceramente non lo sapevo.
    Buon inizio di settimana 🙂

  2. Marco D'Aviano ha detto:

    :Ho fatto notare altre volte la fragilità della tesi italiana che vuole il recupero delle spoglie di San Marco collegate con il congresso di vescovi a Mantova, convocato il 6 giugno 827 dal Patriarca d’Aquileia Massenzio con il sostegno dell’Imperatore Lotario per rivendicare il possesso esclusivo della dignità metropolitana a discapito della Chiesa Veneta di Grado. Svaniti i Longobardi, Aquileia si appoggiava ora sui Franchi. Massenzio pretendeva di conglobare le diocesi istriane, ma i Vescovi suffraganei di Grado si opposero con titoli risalenti al Sinodo di Grado del 579, confermati dalle bolle papali successive. Gli atti del Sinodo di Mantova sono emersi nel 1600 e sono sospettati di falsità. Il Patriarca di Grado Venerio abbandonò subito questo pseudo-sinodo, rimettendosi a Papa Eugenio II. Siccome il Papa di Roma non emise nessuna pronuncia, nulla cambiò rispetto a prima. Infatti, si trattava di un raggiro organizzato da Massenzio: la riunione non aveva i crismi di un sinodo e ben presto la manovra cadde nel vuoto. Non è vero che il Pontefice accogliesse le pretese di Massenzio: anche se in un primo tempo fu ingannato, Massenzio non aveva argomenti solidi e una volta scoperto fu rimesso in riga. I Venetici sarebbero andati a recuperare le spoglie di San Marco in ogni caso, nell’827 si presentò semplicemente il momento propizio.

  3. Tommaso Formenton ha detto:

    La sostituzione del culto di San Todaro con quello di San Marco si collega con un fatto anche di grande importanza che mi pare abbiate omesso. La capitale da Metamaucus era stata spostata a Rivo Alto, non solo per difendersi meglio dai Franchi di Pipino ma anche per ribadire una forte indipendenza dall’Impero Bizantino. L’adozione del culto di un santo non direttamente legato all’Oriente mirava ad accentuare la diversità e l’indipendenza del ducato veneto.

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