CHI ERA DIOMEDE, DIO DEI VENETI, E DI ALTRI POPOLI fondò in Puglia una città famosa per i suoi cavalli.
Diomede (Diomedes) è un eroe greco, figlio di Tideo, da cui deriva il patronimico della tradizione omerica “Tidide”. Orfano del padre dopo la spedizione contro Tebe, divenne sovrano di Argo. Vendicò la morte di Tideo marciando dieci anni dopo contro la roccaforte beota, insieme agli altri Epigoni (“discendenti”) e battendo il nemico.(1)
Partì alla volta di Troia con 80 navi da guerra. Omero lo descrive come un guerriero invincibile, grazie alla protezione di Atena, e sprezzante del pericolo tanto da scendere in campo contro Ettore, Enea e gli dei stessi: ferì Afrodite accorsa per aiutare Enea e l’amante di lei, Ares, dio della guerra.(2)
Insieme ad Ulisse riuscì, secondo alcune versioni, a sottrarre il Palladio dal tempio di Atena. Terminata la guerra, secondo l’Odissea, fece ritorno in patria, ad Argo. Tradizioni posteriori tramandano vicende diverse: Diomede subì la vendetta di Afrodite, dea dell’amore poiché la moglie Egialea lo aveva tradito. L’eroe argivo prese il largo e una tempesta lo fece approdare sulle coste adriatiche dell’Italia.(3)
In Daunia (Puglia settentrionale) sposò Enippe/Evippe, figlia del re locale, Dauno. Fondò qui Arpi (Argos hippium = Argo dei cavalli) e morì presso le isole Tremiti che vennero chiamate da allora Diomedee. I suoi compagni invece si trasformarono in uccelli.
Diffusione del culto
Il mito di Diomede è molto radicato nell’arco adriatico e legato alle vicende del suo passaggio: Campi Diomedei era il nome antico dell’odierno Tavoliere delle Puglie; numerose città vantavano una fondazione, risalente all’eroe, come Spina, Arpi, Canosa, Venosa e Brindisi.
Il culto diomedeo si diffuse a Taranto, a Metaponto, a Sibari, presso gli Umbri e i Piceni, ad Ancona (sito di fondazione greca), a Spina si sacrificava in suo onore un cavallo bianco (famosi erano i cavalli di Argo), alla foce del fiume Timavo in Friuli.
Il tempio di Atena Iliaca a Lucera annoverava tra le offerte votive, le armi di Diomede.
Iconologia ed iconografia
A Ravenna è stata rinvenuta una statua acefala in nudità eroica, con una bandoliera a tracolla per tenere il fodero della spada; l’opera, di epoca romana, è riconducibile alla tipologia statuaria del “Diomede tipo Cuma-Monaco”.(4)
Il soggetto del ratto del Palladio è presente in una statua di Kresilas, di cui rimane una copia da Cuma. La stessa tematica compare su vasi attici e apuli e in un affresco di Pompei.
Altro soggetto è la lotta contro il troiano Dolone, proposta sulla Coppa di Eufronio e nella miniatura n. 34 dell’Iliade Ambrosiana.
Il furto dei cavalli di Reso(5) invece compare su un’anfora da Ruvo di Puglia e sulla miniatura n. 35 dell’Iliade Ambrosiana.
Note
1 – Sette contro Tebe, all’interno della Saga tebaica o Tebaide.
2 – Omero, Iliade V, 127.
3 – Strabone, Geografia VI, 283-4.
4 – S. Maggi, “Iconografia di Diomede tra tarda repubblica e principato di Augusto in area adriatica e a Roma”.
5 – Omero, Iliade X.