LA LIBERAZIONE DI VERONA DALLA FEROCE OPPRESSIONE FRANCESE, gli onori ai Martiri.
Vittorio Girardi.
Dopo diciotto mesi di incessanti preghiere e candele accese giorno e notte innanzi all’altare della Madonna del Popolo, i veronesi sono esauditi e ottengono la grazia di essere liberati dalla bandiera rivoluzionaria. Il 21 gennaio 1798, esattamente nel quinto anniversario del martirio di Luigi XVI, re cristianissimo di Francia, le divisioni imperiali comandate dal Barone Wilhelm von Kerpens, entrano in città d Porta Nova in formazione di parata, accolte da una popolazione in delirio.
Nel Te Deum in Cattedrale il Vescovo invita magnanimamente ad evitare le vendette, mentre il teatro resta aperto e tutta la città resta pavesata, e illuminata in segno di giubilo per quella notte memorabile.
Verona non dimentica i suoi eroi, i corpi senza vita dei tre sfortunati difensori della città (Emilei, Verità e Malenza), come degli altri suppliziati, che erano stati sepolti frettolosamente in una fossa comune, nel Camposanto della SS. Trinità, il 6 febbraio 1798 sono dissotterrati ed inumati nelle rispettive tombe di famiglia. E, per decreto del Consiglio Nobiliare cittadino, nella chiesa di San Sebastiano, di giuspatronato della città, il 7 ottobre 1799 si tiene una solenne cerimonia, a cui partecipano tutte le autorità cittadine, vestite a lutto. Per l’occasione viene eretta una imponente macchina funebre, fregiata di numerose ed eleganti incisioni, che ricordano le più impotanti gesta dei suoi martiri.
Con l’arrivo delle truppe cesaree, anche l’impavido cappuccino padre Luigi Maria da Verona, riceve degna sepoltura. Il suo corpo viene estratto incorrotto (se si eccettua la testa, offesa dai colpi mortali), con grande sorpresa e commozione di tutti, dalla nuda terra dalla quale giaceva da sette mesi. E’ tumulato nella chiesa dei cappuccini, la quale per ordine di Bonaparte viene in seguito soppressa, abbandonata dai religiosi e trasformata in caserma.
Di padre Luigi Maria nessuno si ricorderà più fino al marzo 1897, quando, in occasione del primo centenario della Pasque Veronesi, il dotto sacerdote Antonio Pighi ne recupera i resti mortali, che accompagnati da un numeroso corteo, sono deposti nel Cimitero Monumentale, nell’edicola di Cappuccini. Era l’8 giugno 1897 e quel giorno correvano 100 anni esatti dal suo supplizio.