Un po’ di Storia … a colazione. Con un “Cappuccino” davvero speciale.
di Luigina Pizzolato
Tra i gesti più consueti della quotidianità, c’è quello di fare colazione, sia a casa che al bar, con una tazza di fumante cappuccino, un caffè allungato con del latte.
Ben pochi immaginano gli eventi storici che si celano dietro alla più tipica e tradizionale delle nostre colazioni. Il caffè era arrivato in Europa dell’Oriente, grazie ai commerci Veneziani, già nel XVI secolo, anche il medico e botanico marosticense Prospero Alpino aveva descritto la pianta.Nel secolo successivo si era diffuso l’uso della bevanda, molto diversa dall’espresso che consumiamo oggi, ma dalle grandi e apprezzate particolarità. Anche a Vienna, l’ importantissima capitale del Sacro Romano Impero, aprirono botteghe per il consumo e la vendita del pregiato prodotto. Pare che al frate cappuccino Marco d’Aviano abbiano servito il caffè, nero e amarissimo, e che lui abbia chiesto del latte per addolcirlo. Il liquido assunse il colore marrone del saio dei Cappuccini, da qui il nome, universalmente diffuso. Il nome di Marco d’Aviano da noi è invece sconosciuto ai più, e pensare che scorrendo gli alberi genealogici delle dinastie europee numerosissimi sono i nobili che portano come secondo nome il nome e cognome di questo frate.
Carlo Domenico Cristofori, nato nel 1631 vicino ad Aviano, all’epoca della Guerra di Candia si era imbarcato per andare a combattere, poi aveva compreso che avrebbe potuto dare in altro modo il suo contributo alla causa, si fece frate cappuccino assunse il nome di Marco. Iniziò un’intensa attività di predicazione nelle Terre della Serenissima, con un larghissimo seguito.
La fama di predicatore e delle guarigioni operate aveva raggiunto l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo, che lo volle come confessore e consigliere.Nel 1683 anche Papa Innocenzo aveva affidato a Marco una missione diplomatica quasi impossibile, riuscire a coalizzare gli stati europei contro l’incombente minaccia dei Turchi, giunti nei sobborghi di Vienna. Solo l’abilità di Marco e la venerazione di cui godeva riuscirono a mettere insieme le numerose teste coronate europee facendo loro superare rivalità e pretese di comando e precedenza. Grande assente la Francia, il Re Sole si augurava una sconfitta di Leopoldo ad opera dei Turchi.La sera prima della battaglia decisiva, padre Marco fu accanto ai soldati, celebrando la Messa sul Kahlenberg, la collina che domina Vienna, incitandoli a credere nell’aiuto divino. L’imperatore Leopoldo in persona serviva la Messa. La battaglia del 12 settembre si risolse con la vittoria della Lega Santa e la ritirata dell’esercito turco, nonostante questo fosse preponderante e ben armato.
Papa Innocenzo XI proclamò quella data “Festa del Santissimo Nome di Maria”, inviò una benedizione a frate Marco, che non ebbe altre ricompense. A Vienna invece fu il personaggio più osannato, intorno alla sua figura nacquero racconti di miracoli e prodigi. Frate Marco si adoperò con autorevolezza anche negli anni successivi al fine di liberare le terre occupate dagli Ottomani, nonostante le divisioni delle varie Corti europee.
Il 13 agosto 1699 assistito personalmente dall’imperatore e dalla moglie Eleonora, Frate Marco morì.La gente lo pianse e giunsero folle da ogni dove per rendere omaggio al frate defunto, l’imperatore diede ordine che venisse seppellito in una cappella separata dagli altri confratelli. Quattro anni dopo le spoglie di Marco d’Aviano, anche in previsione di una causa di beatificazione, furono spostate all’interno della chiesa dei Cappuccini di Vienna, dove si trovano ancor oggi, nello stesso edificio che ospita le Tombe imperiali.La beatificazione è avvenuta nel 2003, ad opera di Papa Giovanni Paolo II, ma con gli attuali indirizzi che ha preso la Chiesa, qualche fondato dubbio sorge. Che Frate Marco non possa mai diventare santo per non offendere altri credi, visto che Papa Bergoglio in presenza di certi personaggi preferisce coprire la croce pettorale.
Per tornare alla colazione, il cornetto che spesso ordiniamo con il cappuccino altro non è che un dolce che i fornai viennesi inventarono per festeggiare la vittoria, un impasto con la forma della mezzaluna turca.