I VENETI E LA PREGHIERA ATTRAVERSO L’ACCOPPIAMENTO (BEI TEMPI)
LO TESTIMONIANO MOLTE RAFFIGURAZIONI sulle “situle”, i vasi sacri in cui il rituale raggiungeva il suo culmine con l’unione carnale della coppia di nobili veneti, anche se non era una esclusività loro. Riporto un brano dello studioso Piero Favero.
A Sanzeno, in val di Non, è stata trovata una situla in bronzo del V secolo a. C. , che raffigura due amanti a letto, circondati da personaggi che portano del vino. Gli archeologi hanno interpretato la scena come un rituale di tipo dionisiaco. Un’altra situla scoperta ad Alpago, ripete lo stesso tema delle scene di accoppiamento sessuale e lo affianca al tema del raccolto.
Gli studiosi da tempo hanno abbandonato l’interpretazione della scena in senso meramente semplicistico e quasi rustico, ora ammettono invece la complessità della cultura veneta antica. Ad esempio, la raffigurazione di un contadino che introduce l’aratro tra le zolle, non è più vista come l’intento di descrivere un episodio della realtà rurale, bensì viene letta in senso metaforico, cioè è un riferimento alla sacralità della fessura nella terra.
L’uso della sessualità a fini rituali era una consuetudine normalmente accetta presso il mondo classico. Le donne babilonesi erano obbligate, almeno una volta nella vita, a recarsi nel tempio della dea Mylitta, e non potevano uscirne se non dopo essersi concesse al primo straniero che le desiderasse. Le più belle adempivano l’obbligo in poco tempo, invece quelle meno dotate, secondo Erodoto, aspettavano anche qualche anno prima di poter uscire dal recinto.
Le nozze sacre o “ierogamiche”, cioé l’accoppiamento rituale per scopi religiosi, sopravvissero nel Ponto e nella Lidia fino al II sec. d. C. . A Cipro, l’isola di Afrodite, le ragazze erano considerate adatte al matrimonio solo dopo che si erano date agli stranieri nel tempio della dea. A Corinto, la città greca che nel 500 d. C. dominava gli scambi commerciali con l’alto Adriatico, il tempio di Afrodite era diventato famoso per le mille bellissime hierodule (impropriamente tradotto con: prostitute sacre.
P. S. Per chi fosse interessato al tema, rimando al bel romanzo di Pierre Louys: Aphrodite. Moeurs antiques.