Jacopo Robusti detto Tintoretto: Le Tre Grazie e Mercurio
Nel 1648 Carlo Ridolfi spiegò il significato dell’allegoria rappresentata in questa tela come celebrazione politica del saggio governo della Repubblica di Venezia. In tempi recenti il significato del dipinto è stato allargato al campo cosmologico: ognuna delle tele dipinte per l’Atrio Quadrato alluderebbe a una stagione e a un elemento, corrispondendo alle raffigurazioni delle Stagioni rappresentate sul soffitto della sala. Così il germogliare delle piante, lo sbocciare dei fiori e le movenze delle figure femminili nell’atto di sollevarsi evocherebbero qui la primavera e l’elemento dell’aria. Come in un fregio figurale le Grazie sono legate l’una all’altra, le pose dinamicamente impostate lungo direttrici diagonali, movimentate dalla luce diurna che colpisce i corpi sbalzandoli morbidamente. L’incarnato delle Grazie è esaltato dalla luce naturale e dalle cromie dei panneggi setosi e abbondanti che cingono ciascuna delle tre.