LE PASQUE VERONESI – PARTE 2^
adattamento da un testo del Comitato per la Celebrazione delle Pasque Veronesi *
Continuiamo il racconto dei fatti noti sotto il nome di Pasque Veronesi. Vediamo oggi come si svolse l’Invasione napoleonica.
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Nel marzo del 1796, Napoleone Bonaparte, un oscuro ufficiale còrso (favorito dell’amante di Barras, allora capo del Direttorio francese) già distintosi qualche mese prima nel cannoneggiamento della folla parigina, giunge al comando dell’armata d’Italia, incaricato di aprire un fronte secondario, rispetto a quello del Reno, contro l’Austria Imperiale.
Le insospettate doti del Bonaparte, la sua spregiudicata condotta militare (disprezzo della parola data e delle regole cavalleresche che fino ad allora disciplinavano la guerra, ricorso all’oro pur di corrompere i generali avversari, saccheggio sistematico dei territori occupati anche se neutrali, mantenimento e alloggiamento delle truppe a spese delle popolazioni civili trattate come nemiche, oppressione dei vinti) un servizio di spionaggio assai più efficiente e remunerato di quello dell’avversario, l’aiuto potente della Massoneria e delle altre sette segrete, il ricorso agli stupefacenti (la famosa cantaride) per galvanizzare i soldati di leva, quando il fanatismo dei commissari rivoluzionari incaricati di sorvegliarli da solo non bastava e tanta fortuna, spiegano i successi mietuti dall’armata fra il 1796 ed il 1797.
Occupati il Piemonte e la Lombardia austriaca, col pretesto d’inseguire gl’Imperiali in fuga, Bonaparte invade anche i territori neutrali della Serenissima Repubblica di Venezia, che aveva rifiutato le ripetute offerte di alleanza militare sia dell’uno che dell’altro belligerante.
Il 1° giugno 1796 Napoleone entra in Verona con le micce accese ai cannoni, nell’ostilità generale. Subito i suoi si distinguono in ruberie ed empietà, infischiandosene della neutralità veneta ed impossessandosi delle fortezze e del relativo armamento. Vinti gl’Imperiali a Rivoli, nel marzo 1797 il piano di sovvertimento della Serenissima si realizza: Bonaparte spinge un pugno di cospiratori bergamaschi e bresciani ad un colpo di Stato, per staccare Bergamo e Brescia dalla Serenissima, le quali si proclamano repubbliche indipendenti, mentre sono in realtà soltanto dei fantocci protetti dalle baionette d’Oltralpe. Crema è rivoluzionata a tradimento dagli stessi francesi. Tutta la Lombardia veneta è in fiamme. Salò è contesa da giacobini e abitanti delle vallate, incondizionatamente fedeli al leone di San Marco, i quali, guidati da un eroico sacerdote, Don Andrea Filippi, hanno alla fine la meglio e chiedono soccorso ai veronesi. I giacobini sono però decisi non solo a riprendere Salò, ma anche a marciare su Verona. Per non essere a sua volta rivoluzionata con la violenza o col tradimento, Verona Fidelis dà subito prova della sua lealtà al legittimo Governo, chiedendo al Senato Veneto di potersi armare e difendere dai giacobini bergamaschi e bresciani.
Quarantamila veronesi in armi, fra cui numerosi sono i contadini delle cernide guidati dal giovane Generale Antonio Maffei, si schierano a presidiare il confine col bresciano, liberano diversi abitati e giungono addirittura ad assediare Brescia; la coccarda giallo-azzurra coi colori cittadini è il loro emblema. Il Vescovo di Verona, Mons. Gianandrea Avogadro, modello di carità per tutti i combattenti controrivoluzionari, dà ordine di fondere le argenterie delle chiese per la salvezza della Patria. In città, tra l’imbarazzo e l’apprensione dei francesi barricati nei castelli, è tutto un pulire spade e lucidare moschetti, mentre compaiono ad ogni angolo di strada cartelli e scritte di Viva San Marco!
Tutte le porte sono sorvegliate a vista dalla Guardia Nobile, una milizia volontaria appositamente costituita dalle Autorità veronesi, a testimonianza di una sfiducia ormai diffusa verso le forze armate nazionali, vincolate dal Senato al rispetto della scellerata politica di neutralità disarmata. Così, pur di tenere fede a tale politica, la Repubblica, fedele alla propria neutralità, proibisce ai veronesi qualsiasi atto di ostilità contro i francesi, i quali, da Milano, da Mantova e da Ferrara-Padova si mettono intanto in marcia contro l’esercito Veneto-Scaligero del Maffei e contro la città di Verona.
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Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi
Via L. Montano, 1 – 37131 Verona
Telefono 329/0274315 e 347/3603084
Web : www.traditio.it
Mail : pasqueveronesi@libero.it
Grazie delle sue bellissime ed esaurienti annotazioni di storia veneziana!! Ci ricordano orgogliosamente la nostra forte identità