mercatura foresta
di Theusk
Nel XIV secolo i mercati di Venezia venivano chiamati “bazar“, voce persiana usata in alcuni documenti (in una carta dell’agosto 1392 si parla di alcuni oggetti “compradi a molti priexii in bazar de sabado”
Oltre a quello di Rialto, il più celebre di tutti, se ne facevano altri, in diversi giorni della settimana: a San Pietro di Castello sin dal 1043, a San Polo, ricordato nel secolo XII, in Piazza San Marco sin dall’anno 1299, a San Giovanni Battista nella contrada “Bragora” che in greco significa appunto mercato.
I mercanti forestieri (milanesi, toscani, tedeschi e turchi) ottenevano dalla Repubblica “albergarie” o “fonteghi” con facoltà di dimora e di governarsi con la propria legislazione assicurando nello stesso tempo al Governo la riscossione dei suoi diritti.
Di tal genere furono anche le case concesse agli armeni a San Giuliano, ai tedeschi a San Bartolomeo, ai turchi a San Matteo di Rialto e ai lucchesi in Rialto Novo.
Questo movimento di negozi e tanta frequenza di forestieri davano alla città un’allegria come di festa come ce la descrive un poeta fiorentino il quale nel 1427 s’era fatto veneziano: Jacopo d’Albizzotto Guidi.
Egli, nel suo scritto, esalta la Venezia del primo ‘400 e dopo aver accennato alla forma del suo governo e al dominio del Leone di San Marco nell’Istria, nella Dalmazia, in Oriente e nella terraferma, ci dice come la città “è posta e come là se vive“: “Dentro si alberga d’ogni condizione zente todesca, e italici e lombardi e, se el bel dir non tardi, francesi e borgognoni e molti inglesi, ongari e schiavi, de molti paesi tartari e mori e albanesi e turchi, che vien con navi e burchi a far sua vita, e mai non se ne parte” .
(Nel 1400 i fiorentini portavano a Venezia 160.000 pezze di finissimo panno e traevano dalle lagune lane, sete, oro, argento, cere, zuccheri per un valore annuo di 392.000 ducati. Milano spendeva annualmente a Venezia 90.000 ducati, Monza 56.000, Bergamo 78.000 i quali, uniti a quelli di altre città , creavano un movimento di affari per 2.800.000 ducati. Il bilancio medio annuo del traffico mondiale veneziano era invece di dieci milioni, con un guadagno di quattro milioni: due sulle merci esportate e due sulle importate.)