MISTRE RIGHE, FORNAIO TODESCO, CHE AMAVA LE FIGHE
di Millo Bozzolan
Un flash di cosa fosse la Venezia nel Rinascimento, ce lo fornisce questa canzoncina carnevalesca, che prendo dal bel libro di Gianna Marcato “Parlar veneto”, del 1981. La città traboccava di stranieri, ma nulla che somigliasse al caos dei clandestini tramutati in “migranti” per definizione governativa e per i mass media radical chic. Era gente che veniva per i propri traffici commerciali, o portava le proprie esperienze tecniche, in tanti campi, come ad esempio nella stampa, o nella tessitura. E Venezia aumentava il proprio prestigio in Europa, e il benessere generale dei suoi cittadini.
La canzone di Mistro Rigo, forner (pister) todesco, siamo nel 1500, il secolo d’oro.
Mi me chiamere Mistre Righe
che col bucal vo’ inturne
de le donne mi so amighe
perche mitere pan in furne
Tutte notte e tutte giurne
mi me piasere magnar fighe
mi me chiamere Mistre Righe.
Un notevole e giusto esempio di integrazione, sia nella lingua (un veneziano maccheronico, alla ‘todesca’) che nel mondo di lavoro della città ospitante.