PEDIANO: IL VENETO EROE DELLA BATTAGLIA DI CANNE.
Nel contesto della battaglia di Canne Silio Italico (I secolo d.C.) definisce Asconio Pediano, condottiero veneto e alleato dei Romani, “figlio dell’Eridano, delle genti venete e del popolo felice di Apono (Abano)”. Sarebbe meraviglioso se i cittadini aponensi d’oggi magari gli titolassero il corso principale. Ma è chiedere troppo, io penso. Gente senza storia non rifarà mai una nazione.
Il giovane Pediano combatteva fiero nelle armi di Polidamante e vantava le origini troiane e la sua discendenza dalla stirpe di Antenore non inferiore alla fama della sua gente veneta. Per il sacro Timavo si spargeva la sua gloria: il nome suo era amato sui lidi euganei, lungo il corso del padre Eridano e tra le genti venete l’una dopo l’altra, e tra il popolo che fa felice Aponus; sia che animasse le battaglie, sia che preferisse lenire le fatiche con la sua cetra ionia, dicono che nessuno gli era pari. Altro giovane non fu più caro a Marte né altri ad Apollo!
I versi originali:
“Il giovane Pediano, nelle armi di Polidamante / fiero combatteva, e le origini troiane e la discendenza / sua dalla stirpe di Antenore vantava / non inferiore alla fama della sua gente, per il sacro Timavo / era gloria: il nome suo era amato sui lidi euganei / il padre Eridano e le genti venete, l’una dopo l’altra, / e il popolo che gioisce Aponus, sia che animasse le battaglie / sia che in pace le Muse e i silenzi di una vita di studio / preferisse e lenire le fatiche con la cetra aonia, dissero che nessuno gli era pari. Altro / giovane non fu più caro a Marte, né altro ad Apollo”.