25 aprile Festa della Resistenza dei Veneti.
Gli indipendentisti sarebbero “i brutti, sporchi e cattivi” della storia, pronti a rinnegare, i principi di tolleranza, di eguaglianza, di fraternità festeggiati dai bravi italiani dell’Anpi, dei sindacati, dalle pubbliche autorità, che accorrono a dire il vero, sempre meno numerosi e convinti, nelle piazze imbandierate dal tricolore, il 25 aprile.
Chi legge e conosce un po’ di storia, arrivato ai “principi di tolleranza, eguaglianza e fraternità” incomincia già a ripensare ad altri personaggi che nel 1797 varcarono da straccioni assetati di bottino, le Alpi invadendo il commonwealth veneto; essi nascosero i loro veri intenti con la scusa dell’esportazione “della democrazia” (liberté, egalité, fraternité).
Un canto delle sirene che allora funzionò poco, almeno tra il popolo, che già godeva dei veri diritti “sostanziali” che garantivano un’ampia libertà. Quali erano questi diritti? Governare in maniera autonoma il proprio territorio, parlando la propria lingua, tenendo in vita la propria tradizione, liberi di professare il proprio credo (nell’impero veneziano erano comprese minoranze religiose importanti, dagli ortodossi agli ebrei e persino i mussulmani) garantiti da un patto vincolante che fermava in limiti molto tollerabili l’ingerenza del governo centrale, il quale era chiamato ad assicurare la pace, il benessere (tramite prelievi fiscali molto limitati – le tasse sotto le Municipalità instaurate dai francesi salirono del 640 %) e la promozione di arti e mestieri.
Immaginate dunque cosa successe nel 1797: arrivarono questi cacciaballe francesi, incominciando a parlare di principi inalienabili, di “diritti del cittadino” e intanto mettevano letteralmente in ginocchio uno stato prospero e felice. Non diversamente da quanto accade oggi, sotto il tallone italiano, dove i corifei del regime, non passano giorno senza ricordarci che abbiamo “la più bella costituzione del mondo”, nata dalla Resistenza, in una lotta corale del cosiddetto popolo italiano contro il mostro nazi-fascista….per carità, grande rispetto che chi si immolò (e come in ogni storia o tragedia morirono i puri e i migliori) in nome della libertà, ma si sa bene che la lotta non fu corale, molti italiani non rinnegarono il fascismo, magari per un senso dell’onore (non si tradiscono gli alleati), e la cosiddetta liberazione fu possibile solo grazie agli anglo americani. La guerra civile ebbe poi strascichi crudeli, con vendette sanguinose da parte dei “rossi” sui “neri” o presunti tali, con conseguenze terribili, per noi veneti, anche sui territori della Dalmazia veneta e dell’Istria.
Ora arrivo al 25 aprile, dove finalmente migliaia di veneti si son presentati, con il gonfalone in mano, a Venezia, davanti a poliziotti con le loro tutine mimetiche stirate per l’occasione (c’era la stampa e le autorità, per la prima volta). Inchinarsi, perché questo abbiamo coralmente fatto, davanti a San Marco significa riscoprire valori antichi, che sono assolutamente comprensivi di quelli tanto sbandierati dai corifei del regime che ci opprime, propri da sempre ai Veneti, e che sottintendono la tolleranza in ogni campo, la Fede nel Vangelo, saldamente tenuta tra le zampe del Leone che non esclude la convivenza con altre confessioni (come insegna la storia dello stato veneziano), il rispetto della Famiglia, considerata base della società, e del Lavoro. Quindi il 25 aprile è e sarà d’ora in poi, il giorno della Resistenza dei Veneti, di fronte a uno stato occupante che ogni momento di più svela il suo vero volto e ci sta letteralmente uccidendo.
Solo una curiosità : vedendo il video del Comune di Venezia del 25 aprile 2016 in Piazza San Marco non sono riuscito a capire le parole ripetutamente urlate, alla fine, dai figuranti in costume militare (“Pantera (?), ….., San Marco”). Qualcuno sa dirmi quali siano le parole esatte e che cosa rappresentino ? Grazie mille
PAR TERA PAR MAR, SAN MARCO !