ANDREA GRITTI, DUX VENETORUM… e dei padovani
di Milo Boz Veneto
Il grande condottiero che salvò la Repubblica di Venezia.
Egli viene proclamato Comandante Supremo, in eccezione alla Costituzione.
Abbiamo lasciato il Gritti che, come narra Nicolò Barbarigo nella biografia a lui dedicata, libera Padova dall’esercito imperiale che la occupa nel 1509. Poi egli ne respingerà le forze che tenteranno la riconquista, rinfrancando gli animi degli assediati, promuovendo la difesa delle mura e approntando ogni opera per respingere Massimiliano d’Austria. Stupirà tutti, perché sarà visto non poche volte sporcarsi di fango, condividere ogni fatica dell’esercito che comandava, partecipando egli stesso agli scavi delle trincee e all’approntamento delle opere.
“La felice difesa di Padova e lo scorno avutone dell’imperatore Massimiliano resero lieti i Veneziani. I castelli di Este, di Montagnana, di Cologna, di Cittadella aprirono le porte ai Veneziani, che chiamavano loro liberatori. La città di Vicenza, la quale due o tre giorni avanti era stata costretta a giurare fedeltà ed obbedienza all’Imperatore, invitò le milizie della Repubblica ad entrarvi ed a prendervi di bel nuovo il possesso.
La nomina di comandante in Capo è vietata ai Patrizi dalla costituzione veneziana; si tratta di una disposizione inspirata da quel grande amore della libertà che non tollera la concentrazione nella stessa persona del potere politico e militare, poiché qualcuno avido di dominio potrebbe attentare agli ordinamenti della Repubblica. Ma in questi frangenti i Senatori ritennero che dando al Gritti il comando supremo non avrebbero corso simili rischi: la sua fedeltà e la sua virtù erano garantite”.