BARTOLOMEO D’ALVIANO E IL PRIMO REGOLAMENTO DEL FANTE
Propongo un breve estratto del regolamento che per primo, tra i comandanti supremi dell’armata veneta, il grande Bartolomeo d’Alviano impose per cercare di frenare la pittoresca e mercenaria armata dell’epoca. Rende bene l’idea di quanto fosse difficile “il mestiere delle armi” con una truppa così poco affidabile. Ed anche per questo motivo, il grande andrea Gritti, volle regolamentare le “cerne” o cernide, considerate moralmente più affidabili (specie dopo la guerra di Cambrai) dell’esercito professionale. Una strada seguita fino ad oggi, dalla vicina Svizzera.
Il primo regolamento aveva più che altro il valore di un codice d’onore:
<< In primis jurino i capi di esser fideli alla illustrissima signoria, et de non mancare maxime a l’honere e debito suo (l’impegno preso con l’arruolamento) in alcuna fatione..
…di non tenire in le compagnie sue alcun baratiero, mariuolo, rufiano scandaloso et che venda carte et dadi …
..jurino de far star in ordine de arme e vestimenta li compgni soi et de exercitarli de continuo aportar e a manezar la lanza, aa camminar (marciare) e a faril manipolo.
… non abandonar mai la bandiera: evitar li scandali e risse…
… a colui che metterà mano a l’arme, ragione o torto, sarà tagliata la mano destra, e chi ferirà saràappiccato per la gola…
… de non tegnir puttane né girare fora dele compagnie…né derobar gli amici ..né di brusare o altramente far dano ne li alozamenti>>
Vista la “ciurma” che si imbarcava, per tutti gli eserciti dell’epoca, i problemi più grossi erano le diserzioni, specie quando si profilava un impegno militare.
Bartolomeo d’Alviano, detto anche “Liviano” (Todi probabilmente, 1455[1] – Ghedi, 7 ottobre 1515), diede anche lo stimolo alla ricostruzione delle mura di Padova e porta Pontecorvo ha anche il suo nome: porta Liviana.