CELTI E VENETI, CHI SOMIGLIA A CHI ? STEFANO GAMBATO PROPONE INTERESSANTI RIFLESSIONI
lA RIFLESSIONE DI STEFANO dopo aver letto l’articolo https://venetostoria.com/2015/10/09/i-veneti-antichi-e-lintegrazione-dei-celti-foresti-2/ . Caro Stefano, valeva la pena darti uno spazio a parte 🙂
Se non erro, il personaggio in questione, autore della Stele di Isola Vicentina, (tale Iats) era della tribù dei Laion, forse di origine più Retica che Celtica, ma tant’è. Il mio appunto, riguarda il modo di descrivere i Veneti in rapporto ai Celti, di cui, nel celebre passo, si dice “poi vengono i Veneti che hanno usi ecc. ecc.”.
Analizzando lo scritto, si evince che per prima cosa, lo scrittore parla di popolazioni a partire dalle sorgenti del Po’, questo il motivo per cui antepone i Celti ai Veneti, ma ragionando sui costumi, intesi come abiti, vediamo chi assomiglia a chi. I Veneti erano presenti sul territorio( teoria secondo la soprintendenza dei beni archeologici), almeno dal IX° sec a.C.,i Celti come invasione, appaiono circa 500 anni dopo.
I Veneti avevano dunque un abbigliamento adatto a una vita stanziale, i Celti invece arrivando in migrazione, usavano un abbigliamento più adatto a una popolazione di nomadi, quali erano in quel momento storico. Questo di capisce dalle immagini dell’arte delle Situle per quanto riguarda i Veneti, e le immagini dei Romani per quanto riguarda i Celti. È logico supporre che i Celti, una volta invasa buona parte d’italia, abbiamo usato un abbigliamento più adatto al nuovo tipo di vita.
Per quanto riguarda l’integrazione, penso sia logico supporre che se arriva un individuo o una famiglia o un piccolo clan, sia possibile integrarla nel proprio popolo, come accadde per Iats “della stele” altra cosa accade se “i foresti” sono così numerosi da mettere a rischio la sopravvivenza dei padroni di casa, nel qual caso era guerra, e qualcuno la perdeva, ne è testimonianza la distruzione da parte dei Celti della dodecapoli etrusca della pianura padana.
È strano pensare per me, che il ricchissimo territorio della Venetia, dove “le botti di vino sono più grandi delle case e il bestiame figlia due volte l’anno” sia sfuggito alle mire degli invasori, ergo, penso che questa terra abbia sempre avuto il nome di Venetia e mai Gallia, solo grazie alla difesa armata dei propri abitanti. Arriviamo dunque alla stele di Isola Vicentina, non è un’offerta a una divinità ne un cippo di confine, cos’è dunque?
È semplicemente la commemorazione da parte di un individuo(Iats) che celebra con questo monumento il fatto di essere stato accettato dai Veneti, perché entrare a far parte di certe culture era importante, al pari delle guerre sociali combattute da popolazioni italiche per avere la cittadinanza romana…successivamente la “Pax Romana” sistemo’ diverse cose, fino ad esempio un tale Caius Giulio Cesare il cui esercito aveva come nerbo Celti e Veneti assieme…
In tutta l’Italia più evoluta, quindo anche nel Veneto, il teritorio era organizzato prevalentemente in città stato e questo legame era certamente prevalente su quello etnico. Nel caso Veneto, Este e Padova si rivlgono ai romani per dirimere una controversia ed è il piuù importante evento politico prima della pacifica annessione. Niente di anomalo e scandaloso che a Isola Vicentina ci sia una identità celtica apertamente rivendicata. I Veneti stavano sui corsi d’acqua, sulle interfaccie, sui luoghi di comuncicazione ecc. sPerchè si occupavano soprattutto di tarsporti, di commercio, certamente accettavano di buon grado scambi e coabitazioni redditizie, insomma erano molto portati per la “globalizzazione”, che non vuol dire affatto rinuncia alla propria identità.