CERAMICHE VENETE E SIMBOLI PALEOVENETI. L’ALFA E L’OMEGA.
Antonella Todesco
Non sembrerebbe vero che la trattazione di figure e segni misteriosi potesse avere un grande interesse per la storia dell’ antica ceramica; eppure è così.
Il ceramista veneto continua nei secoli la tradizione di mescolare il sacro al pagano.
Sappiamo che la più antica delle religioni fu l’astrolatria, ossia l’adorazione degli astri come divinità. Regolata poi da certe norme (invocazioni e segni) si trasformò in astrologia, la quale ebbe i suoi sacerdoti, che erano anche vati o indovini, ed insegnarono agli uomini il modo di usare i segni misteriosi e le invocazioni per accattivarsi le benignità astrali.
Oltre che nelle divinità visibili come il sole o la luna, le antichissime genti avevano fede e timore per le forze occulte della natura; forze malefiche ed implacabili dagli astri contro le quali, per non rimanere offesi, bisognava utilizzare altri segni suggeriti dalla magia.
Col trascorrere dei secoli, malgrado l’avvento di nuove credenze, astrologia e magia sono sopravvissute nei loro simboli e fu proprio l’arte del vasaio quella che piú delle altre perpetuò la tradizione.
I simboli di fede pagana, cosí come sopravvissero nelle chiese cristiane, scolpite nei marmi o dipinte sui muri, cosí rimasero sulle stoviglie dei veneziani.
Tra i segni “superstiziosi” più frequenti usati dai ceramisti vi era la stella, che sarà graffita o disegnata fino al XVII secolo.
In seguito la stella diventerà un monile con cui si orneranno la fronte le dame veneziane.
Altro simbolo comune era la triskele, di origine greca, fatta da gambe roteanti intorno ad un punto. Luigi Conton racconta di averne vista una per la prima volta incisa sopra una lancia in bronzo dell’epoca della trasmigrazione dei popoli nordici in Veneto, e scoperta ai margini della Laguna veneta (ora esposta al museo di Torcello), e di averne dedotto che questo segno, che ricorda una svastica, si doveva riportare al dio Mithra Triplasios che rappresentava il cielo, la terra e il mare primordiale.
Altrettanto frequente è il rombo tagliato, detto losanga. Appare anche nelle lettere dell’ alfabeto paleoveneto e sarebbe di origine ario-europea.
Anche il pentalpha, conosciuto come Stella di Davide, ricorreva spesso nelle decorazioni ceramiche, anch’esso con significato cosmico rotante su se stesso.
Altri elementi, tra cui la rosetta, sono simboli propiziatori e vennero usati anche assieme a simboli prettamente cristiani, per decorare le stoviglie dei conventi veneti.