GARIBALDI E IL SACCO DELL’ORO DI NAPOLI.
Un vero e proprio esercito di questuanti si getta sulle ricchezze napoletane…tutti in una sorta di anticipazione della nuova etica italiana, pretendono risarcimenti, stipendi, favori, appalti.
Il 23 ottobre Garibaldi dispone per decreto che vengano prelevati dai beni della casa Reale spodestata ben 6 milioni di ducati per offrire risarcimenti a tutti coloro che affermano di aver subito ingiustizie da parte dei Borboni. Tutte le richieste vengono accolte senza indagine alcuna sulla loro liceità. Magicamente, all’istante, appaiono folle di oppressi, figli, fratelli, padri di vittime, liberali e patrioti che sostengono senza alcuna prova, di aver subito torture e persecuzioni.A Raffaele Conforti, che nel 1848 era stato ministro costituzionale per soli 40 giorni, vengono riconosciuti 60mila ducati, ossia la somma equivalente allo stipendio per quella carica di 12 anni consecutivi. Antonio Scialoja assegna a se stesso e a suo padre, firmando con la sua stessa mano l’ordine di prelevamento, 200.000 franchi. Antonio Saliceti dopo solo dieci anni di servizio come magistrato, riesce ad ottenere una pensione di 2,259 ducati, cifra pari alla pensione di un consigliere di Cassazione dopo 40 anni di servizio.
Garibaldi, prelevando denari dallo stesso fondo, riconosce anche un contributo di 75mila ducati alla camorra.
Con decreto del 26 ottobre assegna una pensione vitalizia mensile di 12 ducati (circa 2.700 euro) a Marianna De Crescenzo, sorella del capo camorrista Salvatore, che tanto ha contribuito alla causa garibaldina. Tutte le donne più importanti della camorra ricevono sostanziose prebende.
Se gli impiegati del Banco si mostrano titubanti a sborsare le somme basta minacciarli con le armi in pugno. In pochi giorni le ricche casse napoletane restano vuote. Il rapporto del colonnello Kupa parla di oltre 150 milioni di franchi spesi dalla dittatura garibaldina, e riferisce che ogni fondo era esaurito due mesi dopo la partenza di Francesco II. Sembr che sia davvero cominciato lo sfascio dell’economia del Sud come scrisse nel 1998 G. Fiorentino nel quotidiano “Il Sud”>.
Elena Bianchini Braglia “Le origini della Casta, il risorgimento del malaffare” Centro Studi sul Risorgimento. Modena.