GRANDI NAVIGATORI VENEZIANI
di Simonetta Dondi dall'Orologio
Facendo un bel giro per il Canal Grande, la più bella strada del mondo, incontriamo quell’albergo “del Leon Bianco” dove tra gli ospiti illustri c’è stato l’Imperatore Giuseppe II ed il Granduca Paolo Petrovic con la moglie Maria Feodorowna, lui figlio di Caterina di Russia: realmente questo palazzo è uno dei più caratteristici del Canal Grande dovuto all’origine veneto-bizantina (XI-XII secolo) che lo trasforma tra gli edifici più antichi, o il più antico, che si affaccia sulla via principale di Venezia.
Il Palazzo fu dimora dei da Mosto (Ca’ da Mosto) e ivi nacque uno dei più famosi navigatori veneziani, Alvise da Mosto, questi aveva una grande voglia di esplorare che, a metà del Quattrocento, percorse tra i primi le regioni dei fiumi Senegal e Gambia per conto della Corona portoghese, allo scopo di stabilire scambi commerciali tra gl’indigeni ed individuare le fonti dell’oro che gli europei erano soliti comperare nei porti africani del Mediterraneo.
Alvise nel 1456 scoprì le isole di Capo Verde.
Qualche anno prima un altro navigatore veneziano, Pietro Querini, importò il baccalà dopo un fortunoso naufragio in Norvegia.
Verso la fine di quel secolo Giovanni e Sebastiano Caboto, padre e figlio, percorsero le coste del Nord America mettendo piede a Terranova e spingendosi fino al Labrador, navigando di fatto per primi le coste del Canada, e costeggiando la Groenlandia meridionale.
Lo fecero per conto degli inglesi.