IL CROLLO DELLA SERENISSIMA, FU COLPA DEI REGGITORI?
Di Edoardo Rubini presidente di Europa Veneta
![]() “Vanno riconosciute le colpe dei reggitori veneziani per il crollo della Serenissima. La storia insegna che se le cose avvengono, a determinarle non è mai il caso, ma sono conseguenza di scelte sbagliate. Negli ultimi giorni della Serenissima molti esponenti della classe patrizia si erano adagiati su se stessi, avendo più a cuore i propri interessi e beni che quelli dell’intero stato veneto, che sciolsero in quattro e quattr’otto senza tanti problemi”.
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E’ vero che se le cose avvengono, a determinarle non è mai il caso, ma esse rappresentano le conseguenze di scelte sbagliate.
In questo caso, la scelta errata fu fatta da due potenze militari che disponevano di espansione territoriale, numero di cittadini, risorse economiche e apparato bellico abbondanti e molte volte superiori rispetto a quelli della Veneta Serenissima Repubblica.

Leoben
Com’è noto, con i preliminari segreti di Leoben (16-17 aprile 1797) e la successiva ratifica con il trattato di Campoformido (17 ottobre 1797) Francia ed Austria smembrarono lo Stato Veneto e se lo spartirono, determinandone la fine dopo 14 secoli di gloriosa indipendenza, dopo che esso aveva intrattenuto buone relazioni con entrambe le parti e con il resto del mondo conosciuto.
Nel maggio 1797 Napoleone, mentre costringeva Venezia a cambiare la sua Costituzione, facendo abdicare Doge e Maggior Consiglio in favore di una municipalità provvisoria, in realtà aveva già venduto sottobanco alla tanto odiata Austria queste terre, con gran scorno degli ingenui progressisti che avevano creduto in lui.
Dal 1796 entrambi gli eserciti sconfinavano in terra veneta, secondo una prassi che consentiva questi movimenti quando rappresentavano un passaggio obbligato nelle manovre militari. Venezia, consapevole di non avere i mezzi per fronteggiare una guerra furiosa e pericolosissima (che non la riguardava in nessun modo), aveva dichiarato la sua neutralità, purché i contendenti osservassero gli accordi assunti.
Il 1° maggio, quando le truppe francesi minacciavano ormai da vicino la laguna, Napoleone dichiarò alla pacifica Repubblica una strana guerra in cui si ordinava ai militari francesi non solo di calpestare la sovranità di uno Stato legale, ma addirittura di cancellarne l’identità, abbattendo l’emblema nazionale del Leone Marciano.
La direttiva politica della soppressione di uno Stato libero e legale fu inopinatamente mantenuta ferma durante il Congresso delle potenze vincitrici a Vienna nel 1815, che restaurò tutti gli altri Stati anteriori ai due decenni di guerre napoleoniche (costate all’Europa milioni di morti), ancor oggi considerate giuste perché “liberarono” il vecchio Continente dal Cristianesimo ed instaurarono i nuovi “ideali” liberal-illuministi.
Imputare alla sola Venezia l’incapacità di respingere l’invasione francese fa sorridere, dato che Napoleone travolse tutti gli eserciti nemici, mise fine al Sacro Romano Impero che durava da mille anni, proclamò se stesso Imperatore del globo, devastò gli sterminati territori russi, umiliò persino il sentimento nazionale germanico, al punto che Fichte si sentì in obbligo di riscattare la dignità della sua Prussia scrivendo i “Discorsi alla Nazione Tedesca”, innescando così quello che il secolo successivo conobbe come il nazionalismo per antonomasia.
Nessuna colpa di rilievo può essere addebitata al Patriziato Veneziano: quasi nessuno scappò, i governanti restarono al loro posto, con il cuore affranto si fecero signorilmente da parte e badarono a (ri)consegnare il potere a quel popolo che, come emerge dagli atti ufficiali, essi sempre considerarono titolare della Sovranità Nazionale (che il Maggior Consiglio custodiva solamente). Caso unico nella storia, quella classe dirigente che visse in funzione dello Stato, in pochi decenni si spense, quasi a suggellare un’identificazione totale con la Nazione a cui la storia sembrava voler negare il diritto a sopravvivere.
A quando risale il trattato di neutralità della Serenissima?Dove si trova questo documento? A Venezia ?
Non fu stipulato un trattato né con gli Austriaci né con i Francesi, ma Venezia si dichiarò unilateralmente neutrale nel corso delle guerre che interessarono l’Europa nella seconda metà del Settecento. Questa sua posizione fu rispettata dai contendenti negli anni precedenti l’invasione del Veneto da parte francese, procurando tra l’altro molti vantaggi alla flotta commerciale veneziana. Ma con l’arrivo di Napoleone, personaggio opportunista e senza remore, che intendeva sfruttare il territorio per nutrire la sua armata, anche se di un paese dichiaratosi neutrale, il fragile equilibrio su cui si reggeva la libertà veneta, venne travolto.
Non sono d’accordo, fu colpa di Venezia perché nemmeno tentò di sconfiggere Napoleone. Sicuramente quest’ultimo era superiore per forze di terra ma con una linea difensiva stretta attorno alla laguna da terra e protetta dalla forte flotta veneziana che fin dal basso adriatico poteva intercettare le navi francesi, Venezia avrebbe sicuramente potuto resistere. I nobili veneti sono rimasti al loro posto senza opporsi perché pensarono che i loro privilegi non solo non sarebbero stati toccati ma sarebbero in molti casi aumentati.
Come si può pensare a una linea difensiva attorno a Venezia a contrarrestare un esercito che aveva disintegrato l’Europa intera ? Sarebbe stato un bagno di sangue inutile e una ritorsione molto più forte del “Nano maledetto” Venezia cercó…. tempo che non ottenne, comunque già non era la potenza militare dei secoli precedenti.
Ma cosa sarebbe potuto succedere di più a Venezia oltre alla propria morte? Nel 1797 Venezia perse tutto: territori in terra ferma, lo stato de mar, la sua flotta, le sue ricchezze ma soprattutto la propria dignità. Ricordiamoci che la stragrande maggioranza della popolazione era ciecamente fedele a Venezia e non interessata ai nuovi ideali liberali derivanti dalla rivoluzione francese (Venezia in fin dei conti era da oltre 1.200 anni una repubblica e non una monarchia come nel resto d’Europa), per cui sarebbe stata un grosso ostacolo all’avanzata del “nano maledetto” se fosse stata sostenuta da Venezia. Venezia si è data al nemico senza combattere, senza nemmeno pensare ad una linea di difesa degna della sua storia millenaria. L’esercito francese non sarebbe mai riuscito ad entrare in città e se mai ci fosse riuscito tra le strette calli non avrebbe mai trovato la via della vittoria. Non si può neppure dire che in questo modo si sono salvate vite umane perchè pochi anni dopo con la campagna di Russia morirono ben 26.000 veneti dei 27.000 arruolati di forza dall’anticristo francese. A proposito della campagna di Russia: come ha fatto la Russia con un esercito di soli 100.000 soldati a sconfiggere i francesi che erano circa 6 volte più numerosi e meglio equipaggiati? La storia insegna: mai dare nulla per scontato.