IL MEDOACUS
Simonetta Dondi dall'Orologio
Le popolazioni del Veneto centrale hanno coniato in illo tempore una parola – Brentana – che vuol dire alluvione, riferendosi al nostro Brenta che attraversa il territorio proveniente dal Trentino Alto Adige e scende fino alla Laguna.
Ma il nome romano è molto più significativo: Medoacus sembrerebbe che il suo significato sia – in mezzo a due laghi – ovvero per i laghi dove nasce e la propria Laguna.
Ma gli studiosi sanno che transitava anche per Padova prima del VI secolo, fu nel Medioevo che appare il nome Britensis (forse dal latino rumoreggiante) che potrebbe essere parola di ceppo germanico Brint (fontana) o Brunnen (scorrere dell’acqua): infatti in alcune zone del Veneto Brentella indica un piccolo corso d’acqua.
Con il tempo i grandi lavori d’ingenieria idraulica fecero che i fiumi, che sboccano nella Laguna, furono desviati…come tutti sappiamo.
Sembrerebbe che fino all’Alto Medioevo il fiume, dopo Bassano si dividesse in due: uno entrava a Padova per la zona di Sant’Agostino, mentre che il ramo sinistro entrava nel centro per la zona degli Scalzi.
La funesta data del 589 ci racconta di una terribile alluvione che sconvolse gran parte del Veneto: 4 fiumi escono dai propri alvei Adige, Bacchiglione, Brenta e Cismon…quest’ultimo arriva al punto di cambiare il bacino fluviale e dal Piave entra al Brenta.
Il ramo destro del Brenta s’allontana da Padova e si stabilisce in una frazione di Saonara.
Secondo gli storici Temanza, Gloria e Baldan questi due rami li identificherebbero come il Medoacus Minor e Major.
Nel Medioevo era importantissimo il controllo dei percorsi fluviali, per questo motivo il Brenta fu il principale oggetto delle battaglie tra Padova e Venezia.
Padova aveva alzato delle potenti arginature del fiume a Vicus Aggeris (Vigodarzere) così grandi da far sorprendere al proprio Dante che passò per la zona quand’era in viaggio come ambasciatore dei da Polenta (Signori di Ravenna).
Scrive infatti:
“E quale i padovan lungo la Brenta/ per difender lor ville e lor castelli/ anzi che Chiarentana il caldo senta/ […] a tale immagin eran fatti quelli/ tutto ché né sì alti né sì grossi/ qual che si fosse lo maestro felli” (Inferno, canto XV).
La Serenissima controllava il Delta del fiume e non accettava i cambi fatti per provocare grossi problemi alla Laguna.
Nel 1139 i vicentini, in guerra con Padova, scavano il Canale Bisato per privare l’acqua di difesa della città, tutto torna alla normalità con la Pace di Fontaniva.
Il Canale Piovego si scava nel 1209 come risposta della Repubblica di Padova ed era per garantirsi l’acqua di difesa, qui si congiunge le acque del Brenta con la zona di Stra: ottenedo così la possibilità di ridurre i percorsi fluviali con Venezia.
Nel XII secolo esisteva ancora il vecchio alveo del Medoacus Major che si chiamava Brentasecca (Dolo): i padovani cercarono di riattivarlo per ridurre la distanza tra la Laguna e Padova e per evitare le gabelle poste alle foci da Venezia.
I padovani provocarono una orribile inondazione, in pieno conflitto, nelle zone già bonificate del Delta; fu così terribile che i frati dell’Abbazia Sant’Ilario dovettero abbandonarla e costruire un nuovo castello vicino a Mira.
Alla Brenta Vecchia presso Fusina si desviarono le acque per evitare l’entrata diretta alla Laguna nel 1339 e fu chiamata Tajada (curiosissimo che questa parola è scritta esattamente uguale in spagnolo ed ha lo stesso significato).
La Brenta Nova o Brentone, fu realizzata tra il 1488 e 1507 ma gli esiti furono discutibili visto che ha messo in pericolo l’equilibrio idrografico.
Le Prese sono realizzate nel 1605 cercando di migliorare i fallimenti nel governare le acque: le decisioni prese fino a qui, da parte di Venezia, non furono le migliori….
Il Senato delibera che nel 1604 l’istituzione di Sette Prese nel Canale Taglio Nuovissimo come prevenzione alle tante alluvioni che si stavano provocando nella Terraferma a causa del cambio del Delta fatto alcuni secoli prima.
Le Prese del Brenta erano consorzi pubblici e obbligatori che dovevano coordinare le attività del fiume in un unico sistema idraulico: le Prese sono state il primo esempio dei moderni Consorzi di Bonifica.