I LONGOBARDI A VERONA ALBOINO E LA COPPA COL TESCHIO
Nel VI secolo d.C. la terra veneta era sottoposta al dominio longobardo, che diede poi origine alla nobiltà dell’entroterra, che mai si rassegnò completamente alla sua esautorazione dal proprio ruolo da parte del dominio veneziano. L’impatto di queste nuove élites barbariche fu certamente notevole, specie perché avevano usi completamente avulsi dalla tradizione veneto latina.
Prendiamo il caso celeberrimo di Alboino, considerato dai longobardi un gran re, valoroso e virtuoso: egli sconfigge a metà del 500 Cunimondo, re dei Gepidi, lo uccide, ne taglia la testa e col cranio si fa confezionare una elegante coppa da cui bere durante i banchetti. A quella coppa, costringe a bere anche Rosmunda, la figlia di questo re, preda di guerra, che egli aveva sposato a forza.
Ebbene, tale comportamento barbarico (anche nel senso di crudele), non fu un macabro capriccio di Alboino, ma era una consuetudine derivata dai popoli delle steppe, già descritta da Erodoto, il quale parla addirittura di “cannibalismo rituale” verso i parenti defunti (in uso presso gli Essedones) e per altre popolazioni, descrive l’abitudine a ricavare coppe dai crani dei nemici uccisi. “Questo uso, connesso con la credenza di assimilare così la forza del nemico ucciso, attesta sicuramente, non il cannibalismo dei Longobardi, dai quali (dagli Unni, probabilmente) era stato ripreso, bensì il sopravvivere del paganesimo alla corte stessa del re…”(Lidia Capo, commento a liber I Historia longobardorum”
Sappiamo poi come finì la storia, Rosmunda si vendicò e congiurò contro Alboino uccidendolo nella reggia di Verona. Col passare dei secoli si perse traccia della tomba, anche se la sede della reggia “era Castel San Pietro: era il palazzo dei re longobardi a Verona, ed è il luogo dove nei primi mesi del 572 fu ucciso re Alboino, che “con gran pianto e lamento dei Longobardi fu sepolto sotto il declivio di una scalea che era vicino al palazzo”, come racconta il cronista Paolo Diacono.
Grazie alla sua testimonianza la tomba di Alboino è stata scoperta nella cantina di una casa poco distante dal palazzo. Il re fu assassinato da Peredeo su istigazione di Elmichi, rappresentante del popolo dei Gepidi che Alboino aveva sottomesso, al quale apparteneva anche la sua bella moglie Rosmunda. Fu anzi lei a favorire l’assassinio del marito (fingendosi un’ancella e commettendo adulterio con Peredeo per poi costringerlo all’omicidio) per vendicarsi del fatto che Alboino l’aveva costretta a bere dal cranio del padre Cunimondo, che lui aveva vinto e ucciso”. Non so se sia stata veramente localizzata la tomba, comunque sia è una vicenda affascinante, che rende ancora più affascinante la città scaligera, così carica di storia.