IL SACCO DI VICENZA MESSO IN ATTO DALLE TRUPPE FRANCESI NEL 1797.
Della prima occupazione francese della bella città veneta esistono solo dati parziali, fatto dovuto all’alzata d’ingegno di un funzionario italico, il prefetto Ferrari, il quale nel 1916 in vista di una possibile occupazione austriaca della città (strafexpedition) aveva fatto bruciare tutti gli archivi storici dell’occupazione francese ed austriaca giacenti nel palazzo della Prefettura, onde “far dispetto” all’odiato nemico. Il caso volle però che nel 1848, un soldato austro-croato, tale Andreas Kozlovic, posto a presidio della Loggia al centro di Vicenza, in attesa dell’autorità civile che doveva riprendere la sua normale attività in quella sede, volesse portar via un souvenir di questa sua esperienza, e il suo interesse venne attratto da un grande manoscritto, intitolato “Stato delle somministrazioni in viveri e in foraggi, da 8 fiorile (27 aprile) a tutto Nevoso anno VI (19 gennaio 1798). Li erano descritte tutte le ruberie, ufficiali ed ufficiose, perpetrate dai francesi, ai danni della pacifica popolazione vicentina.
Così ci raccontò il suo discendente omonimo, Andrea Kozlovic, pubblicista vicentino specializzato in temi riguardanti la prima guerra mondiale, dal cui articolo riportiamo questi dati.
Ecco alcuni esempi della “rapina a mano armata” contro una nazione neutrale e in particolare contro il distretto del “visentin-bassanese”, in dieci mesi di governo “democratico” francese:
quasi 15.000 quintali di frumento, due milioni di razioni di pane da 800 grammi l’una, 1500 buoi e vacche, 692mila libbre di carne suina, 753 quintali di sale e poi riso, fagioli, farina.
“All’inizio ho parlato di soldati scaglionati – prosegue A. Klozlovic nel suo racconto – e infatti, dai dipinti e dalle testimonianze dell’epoca, sappiamo che i francesi sembravano bande di pezzenti che si rivestirono a spese delle municipalità italiane. A Vicenza la guarnigione pretese 2500 uniformi, 6100 camicie, 3000 cappelli, 528 berrettoni di pelo, 6334 scarpe (non paia perché allora la destra era uguale alla sinistra) ed inoltre 115 cavalli per un paio di squadroni francesi fino ad allora “ésquadron” solo di nome perché in realtà appiedati.
E poi requisizioni di denaro da parte di ufficiali e generali – ad esempio il generale Baillard 25.000 lire e, per non essere di meno del loro comandante lo Stato Maggiore della 5a divisione francese si faceva consegnare 30.000 lire, naturalmente “ad imprestito”.
Vi fu un aspetto delle requisizioni che irritò particolarmente i vicentini: i francesi di stanza in città si mostrarono particolarmente assetati. Nei mesi dell’occupazione si bevvero 836.350 pinte di vino (la pinta corrispondeva grosso modo a un litro). In breve tutta la città si trovò senza una goccia di vino e le 120 osterie dovettero chiudere i battenti”.
Post scripum: il documento citato si intitola “Stato delle somministrazioni in viveri e foraggi, in vestiti ed equipaggi da 8 fiorile anno V (27 aprile 1797) a tutto Nevoso anno VI (19 gennaio 1798). E’ un manoscritto di cm. 70 per 50, ancora conservato dalla vedova signora Kozlovic.