IL SECOLO DEI LUMI? A VENEZIA INIZIO’ GIA’ NEL MEDIO EVO .. MA DI ALTRI LUMI NARRIAMO :)
Nel 1128 Venezia era già una metropoli importante, tanto che gli imperatori di Bisanzio la trattavano con rispettoe la corteggiavano. Come tutti le metropoli di allora aveva qualche problema di ordine pubblico, specie di notte, dato che i vicoli e le calli erano completamente al buio. Il governo decise così di illuminare le strade meno sicure con dei cesendeli, piccole lampade ad olio appese ai muri, tutto a spese della Repubblica, mentre la manutenzione era affidata ai parroci ai quali si chiederà di far installare anche piccoli capitelli votivi, in modo che anche i santi potessero contribuire a proteggere i viandanti. Ma non bastò l’illuminazione per frenare furti e rapine per cui si rafforzò la ronda notturna dei Fanti.
Passano gli anni, Venezia si ingrandisce sempre di più, ma aumenta anche il problema della delinquenza notturna, fino a che nel 1397 si decretò di porre quattro grosse lampade sotto i portici del ponte di Rialto e si rese obbligatorio l’uso del lume personale per chi girava in città. Per le calli è uno spettacolo incontrare persone con ogni sorta di lume.
I ricchi si fanno procedere da un uomo munito di lanterna, chiamato el codega , dal greco odegos (guida). Fare il codega diventa quindi una professione che in seguito si trasformerà in quella di impizadori quando si introdurranno i ferai (lampade ad olio difese da un bulbo di vetro). All’inizio del XVIII secolo i negozianti contribuiranno all’illuminazione serale tenendo fuori dal proprio negozio una lanterna
sunto da Atlante storico della Serenissima di Giovanni Distefano