In “San Marco per sempre”di Alvise Zorzi il malessere di una regione trattata come colonia.
La Democrazia cristiana, scrive l’Autore, per tanti anni era sembrata porto sicuro e protettivo. ” i guai sono avvenuti quando la chiesa ha incominciato a chiamarsene fuori e il Palazzo romano ha avviato al dislocazione dei suoi maggiorenti spedendoli nel territorio veneto pur essendo di altri regioni, tanto c’era il quorum, e personaggi magari rispettabilissimi ma del tutto sconosciuti alla comunità locale venivano eletti per forza.
Col distacco tra elettori veneti e loro rappresentanti, è cresciuta la sfiducia in politici incapaci di ottenere infrastrutture sempre più urgenti ed indispensabili… sfiducia nei partiti, bombardati, disgregati, distrutti da inchieste giudiziarie. Sfiducia (però) anche nei magistrati che per decenni si sono ostinati a mandare in Veneto, al soggiorno obbligatorio, mafiosi e camorristi, alimentando i pregiudizi nei confronti dei meridionali, e avviando così la formazione professionale di criminalità veneta, e così abbiamo avuto le bande dei giostrai specializzate nei sequestri di persona e la mala del Brenta di Felice Maniero.
Sfiducia cresciuta nella torpida inerzia o nello zelo intempestivo di legislatori ciclotimici e inconseguenti. Nell’apparato fatiscente e degenerato di uno stato incapace di riformare se stesso e i cui organi sono sempre pronti a colpire chi produce nei modi più subdoli e vessatori, le decine di moduli e scartoffie, le migliaia di leggi cavillose … ecco il brodo di cultura della protesta” .
Caro Alvise, hai detto tutto… anche se ritenevi tu stesso, contraddicendoti con queste premesse, impossibile un ritorno alla Venetia indipendente, ammiravi il bellissimo gesto dei Serenissimi in cui intravvedevi il ripetersi delle gesta dei popolani dell’Entroterra “disposti a farsi ammazzare per il Leone morente.Sono stati i valligiani della Val Stabbia, i popolani di Verona, e della Riviera di Salò”.
Grazie anche ai tuoi libri, forse oltre le tue intenzioni, la staffetta tra i nostri avi e i loro discendenti di oggi, è passata. La lotta continuerà sempre più forte. Continueremo a leggerti, grazie di tutto, ultimo dei Dogi veneziani