Venezia come New York, quindi, città composta di immigrati di etnie diverse.
Ebbene cara amica, è successo alla Tua stirpe quanto ha descritto bene San Tommaso D’Aquino, citerò un bell’articolo di Radio Spada a proposito: S. Tommaso menziona coloro che vogliono stabilirsi nel paese. E qui il Dottor Angelico mette una prima condizione per accettarli: il desiderio di integrarsi perfettamente nella vita e nella cultura della nazione ospitante.
Una seconda condizione è che l’accoglienza non sia immediata. L’integrazione è un processo che richiede tempo. Le persone devono adattarsi alla nuova cultura. L’Angelico cita anche Aristotele, il quale afferma che tale processo può richiedere due o tre generazioni. S. Tommaso non stabilisce un tempo ideale, affermando soltanto che esso può essere lungo.
Ecco cosa è successo con i tuoi antenati, cara Antonella: a un certo punto, magari dopo due generazioni, questi hanno persino smesso di usare la lingua della Patria di origine, e anche la visione del mondo era diventata quella della Nazione che li aveva calorosamente accolti, erano diventati Veneziani, ma anche Veneti. Non c’è spia più evidente dell’assimilazione culturale di quella della lingua, ed è per questo che tanto ci battiamo per la conservazione della nostra, in cui il veneziano è direi la nave scuola di tutte le varianti dei dialetti locali. Ecco una testimonianza puntuale di un processo di assimilazione di tu “todesco” del 1500 in una canzone carnevalesca in cui si prende bonariamente in giro l’immigrato “todesco” di professione “forner” (pistor si diceva allora):
Mi me chiamere Mistre Righe
Che co le bucal vo inturne
De le done mi so amighe
Perche mitere pan in furne
Tutte notte e tutte giurne
Mi me piasere magnar fighe.
Mi me chiamere Mistre Righe.
il fondaco oggi sembra aver ripreso vita nuova
A Venezia, con la perdita della indipendenza originaria, c’è stata una drammatica cesura nella narrazione storica, per cui i veneziani d’oggi non percepiscono più il senso di quello che erano un tempo, cioè gli abitanti di una Nazione che rappresentava la Venezia di Terra da cui provenivano i Padri Fondatori, con un Santo protettore, che aveva evangelizzato le Venezie, e le cui spoglie rimandano ad una unità spirituale che va oltre ogni discorso di etnia, ma è un rimando a una cultura unica e a una Fede comune.
San Marco con la sua basilica, NON rappresenta quindi SOLO Venezia ma anche i Veneti tutti, assieme alle altre Nazioni che si sono associate per loro scelta libera, sotto le Sue ali.
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