LA CONGIURA PER SPARTIRSI LO STATO VENETO ERA ANTICA
E’ uscito, edito dalla Mondadori, un nuovo libro dello storico Calimani, veneziano di ascendenza ebraica, che già ha scritto anche sulla vita del ghetto a Venezia. Non ho ancora letto il volume, ma dalle recensioni, mi par di capire la sua censura circa il comportamento degli ultimi aristocratici, incapaci di salvare lo stato.
In realtà, a mio parere, Essi non avevano alcuna possibilità di salvare la Repubblica, dato che nel campo internazionale europeo, essa era già stata condannata alla spartizione. Napoleone fu l’autore materiale della soppressione, ma già a decenni c’era chi pensava a impossessarsi dei suoi ricchi territori e di quel che restava dei traffici marittimi.
Riprendo quanto disse lo storico Giuseppe Gullino, anche lui peraltro poco tenero con “gli ultimi veneziani”: La Repubblica di Venezia era stata condannata già da trent’anni. Nel 1770 Caterina II di Russia, propone a Maria Teresa del sacro Romano Impero, la spartizione della dalmazia Veneta, ma anche dei territori di terraferma della Repubblica. L’Austria avrebbe avuto il Friuli, la Russia le Bocche di Cattaro, è il momento in ui sta nascendo il panslavismo nella Dalmazia.
Non se ne fa niente, ma nel 1797 i veneti sapevano da un pezzo che le mire dell’Europa erano su Venezia; quando verso la fine, nell’aprile di quell’anno Francesco Pesaro si rivolge al Doge Manin dicendogli: “Toeve su el corno e andé a Zara“. cioé prendete il governo e rifugiatevi a Zara, perché i Francesi non hanno la flotta, non se ne fa nulla: era come cadere dalla padella nella brace, perché andare a Zara significava mettersi nelle mani dell’Austria, un’Austria che da decenni non faceva mistero di volersi prendere il Veneto, come in effetti avvenne.
Queste più o meno furono le parole usate dallo storico Gullino quando depose come testimone nel processo a Napoleone nel 2004. Più chiaro di così… Eppure Gullino stesso imputa vigliaccheria e incapacità a una classe politica che aveva pur condotto lo stato in maniera egregia per tutto il Settecento, e che si arrese con l’idea di far continuare in forme diverse la Repubblica, con un governo di tipo nuovo “democratico”.
è anche il mio pensiero…
Non sono d’accordo con Millo per l’assoluzione del suicidio della SERENESSIMA e con essa della sua classe dirigente: cioè la nobiltà oligarchica, E’ giusto quello che dici delle mire vagamente espresse dalle potenze continentali europee del tardo 700 sulla inconsistenza militare e politica e diplomatica dello stato Veneziano con la sua neutralità disarmata. E’ da considerare che questa neutralità è stata coscienziosamente perseguita dai vari ultimi Dogi e il Senato, nonostante i continui solleciti degli Ambasciatori nei più importanti stati Europei a costituire alleanze contro l’egemonia Austriaca e poi Francese e rafforzare le forze armate per difendere lo “Stato de tera”. Altro momento di grettezza politica e sociale è stata non aver compreso che le spinte di orgogliosa difesa del territorio da parte della nobiltà e ceto medio locale (non veramente veneziana), non andavano contro ai rigidi e ridicoli concetti autocrati secondo cui tutto il potere doveva passare da Venezia, anche quando le autorità supreme nulla facevano contro la piaga delle razzie, assassini, stupri, devastazioni che gli eserciti contendenti (Francese e Austriaco) compivano nel territorio veneziano; altro non erano che la difesa naturale che la popolazione esigeva dai sui governanti. Napoleone, grande colonialista, razziatore, imperialista, ben altro atteggiamento avrebbe avuto nei confronti dello Stato Veneziano, ben armato, determinato a difendersi ad oltranza, con una Venezia imprendibile dagli eserciti, con una flotta superiore a quella francese e magari con l’alleanza con l’Inghilterra.
Rispetto la tua opinione: Ma non mi pare proprio che si trattasse di “oligarchia” tirannica. Come tale non era percepita dal popolo, che invocava san Marco come ai tempi di Cambrai. Quanto alla difesa eventuale, per motivi di mancanza di mezzi economici (lontano era il tempo dei traffici fiorenti e della casse floride… fortezze sguarnite, esercito male armato ed addestrato, quella era la realtà allearsi con l’Austria avrebbe significato mettersi nella bocca di un lupo che avrebbe colonizzato lo stato veneto. La neutralità aveva pagato ne decenni precedenti, ma non si poteva pensare che una Francia rivoluzionaia avrebbe rispettato lo stato veneto più dell’Austria.