LA NOVITA’ DEI VETRI ALLE FINESTRE, “ROBA DA SIORI”
Contributo di Antonella Todesco

Conejan (TV) vetrate della Sala dei Battuti foto sopra
Risale al medioevo l invenzione dei vetri per le finestre. Già alla fine del X secolo i vetri, soprattutto quelli colorati, erano comparsi negli edifici religiosi mentre per gli edifici urbani bisognerà aspettare la fine del XV e gli inizi del XVI secolo quando le vetrate appariranno dapprima nei palazzi e poi nelle case più agiate. Era la prima volta che nelle case fu possibile vedere oltre la finestra poiché in precedenza queste venivano chiuse da un’ anta di legno o da una tela cerata. A Venezia già dal 1200 si eseguivano vetrate artistiche che venivano per la maggior parte vendute al di fuori dei territori della Serenissima. Ben presto però si cominciò a produrre una vetrata composta da una serie di vetri a rullo detti “occhi di bue” o “rui”, di forma circolare e di varie sfumature cromatiche. Fu questo il tipo di vetrata che si diffuse negli edifici della città dapprima, e poi a quelli di tutto il Veneto.
Le prime citazioni su carta risalgono al 1405, la loro lavorazione era abbastanza complessa: si trattava di rulli o lastre circolari di vetro ottenute per forza centrifuga, sottoponendo un globo di pasta vitrea, opportunamente forato, a un movimento di rotazione fino a determinarne il completo appiattimento. Necessitava dell’ intervento dei seguenti vetrai: il “consaurer”, il “maestro supiador” o “vesigher” e del maestro tagliatore. I dischi minori venivano lasciati integri e legati in serie con il piombo, quelli più grandi si utilizzavano per comporre vetrate figurate.
Nel video i maestri muranesi ci mostrano come si creano ancor oggi le vetrate con i “rulli”: