LA RUOTA DEGLI ESPOSTI, NELL’ANTICO PORTELLO, A PADOVA.
Di Maila Bertoli
Qualche settimana fa ho fatto una passeggiata nel quartiere del Portello. Cielo azzurro, poche persone per strada e un silenzio quasi irreale. Osservando qua e là sono arrivata nei pressi della Chiesa di Ognissanti. Devo dire che sono passata moltissime volte in autobus per quella via, di corsa e distrattamente. Stavolta no. Mi sono diretta verso quello che da tempo volevo vedere da vicino: La ruota degli Esposti, istituita nel 1847. E’ lontana dalla strada. A buon diritto. Non si può passare, buttare l’occhio e pretendere di capire.
Bisogna interrompere la direzione che si sta percorrendo e andare lì, davanti. Il legno sembra consumato dal tempo o, viene da pensare, dai giri fatti. C’era un tale silenzio in quel momento in quell’angolo di strada che per un attimo mi è sembrato di sentire i pianti di questi piccoli; mi è sembrato di vederla muoversi, oggi come allora. Chissà quanti bambini sono stati posti là, quanti campanelle avranno sentito suonare le suore dell’Istituto, chissà quante madri e quanti motivi.. Oggi è protetta da una lastra di vetro impolverata. Un inferriata la tiene lontana dal mondo e le punte della stessa sembrano indicarci la risposta alle nostre domande: ci dicono guarda verso l’alto, guarda lassù.
Proprio sopra la ruota, immersa in un azzurro del cielo più bello c’è una scritta: “PATER MEUS ET MATER MEA DERELINQUERUNT ME / DOMINUS AUTEM ASSUMPSIT ME”, dal salmo XXVI, vale a dire “mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto”. Le punte affilate e poco rassicuranti dell’inferriata e l’azzurro rasserenante si mescolano assieme e trovano soluzione in questi versi. Allora mi sono chiesta quanto amore avranno dato queste suore a questi bimbi che ad un certo punto entravano nella loro vita. Quindi mi sono chiesta se ci fosse più amore in chi correva al suono della campanella o in chi faceva girare la ruota e se ne andava lasciando lì una propria parte, con la sicurezza però che qualcuno si sarebbe preso cura di loro. Mi piace pensare che la risposta sia la seconda.
Per altre notizie su Padova antica, consultate il sito dell’Autrice: http://www.bertolimaila.it/index.php/notizie/54-ruotadegliesposti?fb_action_ids=10200724532746368&fb_action_types=og.likes