Le belle veneziane… son vostro pregion, pregion de queste mameline dolci.
Ne abbiamo un esempio con questo ritratto di Paolo Veronese, intitolato “la bella Nani” del 1560, oggi al Louvre.
a proposito di belle dame veneziane ammirate questa, assolutamente incantevole, in un abito di una eleganza tale da farla somigliare a una regina. Ma era uno stile comune alle signore venete del tempo.
Venezia, oltre che per il buon governo, era famosa per la bellezza delle sue donne, fossero esse dame “honorate” o famose cortigiane come Veronica Franco. Le une e le altre, sontuosamente vestite, coperte di “zogie” di ogni genere ispiravano versi come questi:
“le done, può, zè bele come el sol
Che el par dee, fate in Paradiso,
e veste megio che un inperador”. (Calmo)
la bionda era molto apprezzata:
“con le toe trezze bionde sparpagnae,
in tel cor ti me dà tante stocae..” (Caravia)
ma non ci si limitava, nelle poesie e testi vari, a decantare la bellezza, si scendeva nei particolari più concreti del corteggiamento. Ecco un dialogo piuttosto “hard” preso dalla “Venexiana”:
“Giulio – son vostro pregion, pregion de queste mameline dolci.
Angela – ha, giotoncello, ti le base, si? Guarda no le strucar, che le çigarà.
Giukio – questa pomellina voglio per me, l’altra sii vostra.
Angela – Sì, ma dame la lenguina.
Giulio – voglio la tetina che mi avete donato.
Angela – no vojo, se no ti me dà la lenguina, te strucarò co’ i dente, sì, a la fé.
Giulio – Volete cussì?
Angela – Tuta, tuta, sì…”