LE REPUBBLICHETTE GIACOBINE, DA CUI NACQUE L’ITALIA,
Di Milo Boz
VERI STATI SATELLITE MAMMELLE DA SPREMERE DALLA FRANCIA CHE LE INVASE
Il 21 gennaio 1799, mentre ancora si combatteva per le vie della capitale, in Sant’Elmo viene proclamata la Repubblica Napoletana. Due giorni dopo, Championnet costituisce un governo provvisorio e ne affida la presidenza a Carlo Lauberg (1752-1834), ex frate scolopio e massone, che negli anni 1790 aveva fatto della sua accademia di chimica un centro di diffusione delle idee rivoluzionarie e di cospirazione politica. Il generale nomina pure i membri del governo, che esercitano sia il potere esecutivo sia quello legislativo, anche se tutta l’attività statale si svolge sotto il vigile controllo del comandante dell’armata francese, la cui sanzione è richiesta per rendere esecutivo qualsiasi provvedimento. Segretario generale del governo è inizialmente Marc-Antoine Jullien de la Drôme (1775-1848), commissario di guerra dell’esercito rivoluzionario, mentre ministri delle finanze e della guerra sono rispettivamente i francesi Jean Bassal (1752-1802) e Jacques-Philippe Arcambal (1765-1843). «Più che di repubblica – secondo Valentino Sani -, sarebbe dunque lecito parlare di governo di occupazione militare a tutti gli effetti» (45). Ancora più severo è lo storico francese Jean-Louis Harouel, che definisce le «repubbliche sorelle», cioè le repubbliche giacobine create dai francesi nei paesi occupati, come «copertura di Stati satelliti, dominati politicamente e militarmente, e sfruttati economicamente» (46) dalla Francia rivoluzionaria, allo stesso modo «degli Stati satelliti delle democrazie popolari, dominati e sfruttati per circa mezzo secolo» (47) dall’Unione Sovietica.
Francesco PAPPALARDO
1799: Rivoluzione e Contro-Rivoluzione nel Regno di Napoli