UNA ORSOLA TUTTA VENEZIANA
Simonetta Dondi dall'Orologio
La Scuola di Sant’Orsola fu fondata a Venezia nel 1306 e fu soppressa nell’800.
Durante il Medioevo ebbe grande diffusione la Leggenda Aurea, l’originalità dell’opera consiste nella capacità d’intrecciare il tempo liturgico con quello lineare della sucessione dei santi ed il tempo escatologico nel quale l’umanità si dirige verso il Giudizio Universale (Jacques Le Goff).
Ovvero che solo il cristianesimo ha saputo strutturaree sacralizzare il tempo della vita umana per condurre l’umanità alla salvezza.
Il tema della salvezza fu ampiamente diffuso nell’iconografia, soprattutto nel Medioevo e Venezia non fu immune a questa moda….
Carpaccio (il quale fu fatto artefice dalla committenza di otto teleri tra il 1489 ed il 1498) dovette apprendere i fatti della vita, del martirio di Sant’Orsola, vergine cristiana, giovane Regina di Bretagna e delle sue undicimila compagne martirizzate dagli Unni nel 385, presso Colonia.
La mistica fiaba, intessuta di episodi cavallereschi e amorosi, di viaggi, ambascerie, è pretesto al racconto pittorico del grande Carpaccio (l’ambiente cortese all’epoca era molto apprezzato e diffuso) che la esalta in vivace accento veneziano in un poema di otto canti ove intimità e solennità, fantasia e realtà, costumi e paesaggi, deliziosi e preziosi particolari entro una visione si fondono con mirabile unità e bellezza.
Ma quello che apprezziamo, attraverso questo ciclo, è vedere che tutta la popolazione (veneziana) partecipa della fiaba; non solo le scene costumbriste che, nella maggior parte, sono realizzate all’aperto ed in presenza di centinaia di persone, ma anche nel concetto delle Scuole veneziane dove le grandi opere pittoriche sempre sono state a disposizione di tutti: quindi mai per un pubblico ridotto.
La bandiera di San Marco svolazza in tutto il ciclo come se Sant’Orsola fosse stata veneziana e la sua vita quella della Dominante!
Il ciclo ha entusiasmato ed ispirato a Ruskin e D’Annunzio, quest’ultimo scrive:
“Ah, in che puro e poetico sonno posa la vergine Orsola sul suo letto immacolato! Il più benigno dei silenzi tiene la stanzasolitaria ove sembra che le pie labbra della dormiente disegnino la consuetudine della preghiera. Per le porte e per le finestre dischiuse penetra la timida luce dell’alba, e illustra la parola scritta sull’angolo dell’origliere.- INFANTIA – è parola semplice, che diffonde intorno al capo della vergine una freschezza simile a quella del mattino. INFANTIA. Dorme la vergine già fidanzata al principe pagano e promessa al martirio. Non è ella forse, casta, ingenua e fervente, non è ella l’immagine dell’Arte quale la videro i precursori con la sincerità dei loro occhi puerili?”