1799: un conclave a Venezia.
Nella sua millenaria esistenza, Venezia ha vissuto di tutto, dal primo casinò del mondo al primo bombardamento aereo, nel 1849 quando gli aerei non esistevano ancora. Non tutti però sanno che Venezia si trovò a ospitare anche un conclave.Il 28 dicembre 1797 le truppe francesi del generale Berthier occuparono Roma, senza trovare eccessiva resistenza. Si diedero ai consueti saccheggi e ruberie, papa Pio VI nella speranza di far finire violenze e spoliazioni si vide costretto a firmare il trattato di Tolentino, a condizioni pesantissime che mettevano in ginocchio Roma. Fu proclamata la repubblica e il papa, deposto dal potere temporale, fu arrestato e imprigionato a Siena, poi a Bologna, poi in Francia, finché , già 82enne e piegato dai patimenti, il pontefice si spense il 29 agosto 1799 in carcere a Valence. Il suo corpo rimase a lungo insepolto.
Poiché Roma rimaneva occupata dai francesi, Pio VI prima di morire si era preoccupato di fissare le condizioni perché si potesse riunire il conclave dei cardinali, sotto la protezione di una potenza cattolica: fu scelta l’appartata isola veneziana di San Giorgio Maggiore, per beneficiare della tutela dell’imperatore austriaco. Il clero veneziano vide nella scelta un segno di speranza, dopo il cataclisma della fine alla Repubblica del 1797.
Il 1° dicembre 1799, su quarantasei cardinali in vita, solo per trentacinque fu possibile entrare in conclave, un numero ridottissimo. Il conclave di veneziano si protrasse in modo tormentato per ben centoquattro giorni, a causa dei ripetuti veti imposti dalle diverse correnti e potenze. Chi mirava a restaurare in toto il potere temporale, chi era invece disposto ad adattarsi alle mutate situazioni politiche e piegarsi ai nuovi poteri. Il 14 marzo 1800, dopo estenuanti votazioni, l’eletto fu Luigi Barnaba Chiaramonti, cesenate come il predecessore, che assunse il nome di Pio VII°. Per lui aveva pesato il parere favorevole di Napoleone. In seguito anche papa Chiaramonti, nonostante l’accettazione di concordati e l’incoronazione a imperatore, finirà arrestato da Napoleone e dovrà subire 5 anni di prigionia.
La condizione di eccezionalità che la Chiesa cattolica veneziana aveva vissuto fino al momento dell’elezione di Pio VII si prolungò ancora per poche settimane durante le quali Chiaramonti compì i primi passi del suo pontificato. Priva di un suo patriarca, la diocesi veneziana visse raccolta attorno al nuovo papa. L’incoronazione di Pio VII° si celebrò nella chiesa di San Giorgio Maggiore, la richiesta di utilizzare la basilica marciana per la celebrazione venne rifiutata dal governo, a causa dell’irritazione creata dall’esito del conclave, sfavorevole all’Austria e per non prestare il fianco a istanze patriottiche, visto il ruolo di chiesa simbolo della Repubblica di Venezia rivestito per secoli da San Marco.
Nel periodo in cui si trattenne ancora a Venezia , il papa visitò chiese e parrocchie dei dintorni, tra cui Santa Giustina di Padova.
Il 6 giugno 1800 Pio VII° partì via mare alla volta di Pesaro, per poi proseguire per Roma, dove trovò le casse dello Stato svuotate dai francesi..
Napoleone continuò a esercitare la sua politica di deliberato asservimento della Chiesa ai suoi interessi.
Il 19 febbraio istituì in tutti i territori dell’Impero persino un “san Napoleone”, oscuro martire la cui festa venne fissata il 15 agosto, giorno di nascita dell’imperatore, in concomitanza con l’Assunzione di Maria celebrata dalla Chiesa.